Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/325

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ventesimosettimo 319


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     Io ti dico d’Orlando e di Rinaldo;
che l’uno al tutto furïoso e folle,
al sereno, alla pioggia, al freddo, al caldo,
nudo va discorrendo il piano e ’l colle:
l’altro, con senno non troppo piú saldo,
d’appresso al gran bisogno ti si tolle;
che non trovando Angelica in Parigi,
si parte, e va cercandone vestigi.

9
     Un fraudolente vecchio incantatore
gli fe’ (come a principio vi si disse)
creder per un fantastico suo errore,
che con Orlando Angelica venisse:
onde di gelosia tocco nel core,
de la maggior ch’amante mai sentisse,
venne a Parigi, e come apparve in corte,
d’ire in Bretagna gli toccò per sorte.

10
     Or fatta la battaglia onde portonne
egli l’onor d’aver chiuso Agramante,
tornò a Parigi, e monister di donne
e case e ròcche cercò tutte quante.
Se murata non è tra le colonne,
l’avria trovata il curïoso amante.
Vedendo al fin ch’ella non v’è né Orlando,
amenduo va con gran disio cercando.

11
     Pensò che dentro Anglante o dentro a Brava
se la godesse Orlando in festa e in giuoco;
e qua e lá per ritrovarla andava,
né in quel la ritrovò né in questo loco.
A Parigi di nuovo ritornava,
pensando che tardar dovesse poco
di capitare il paladino al varco;
che ’l suo star fuor non era senza incarco.