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ventesimosettimo 327


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     E Rodomonte e Mandricardo e insieme
Ruggier n’infiamma sí, che inanzi al Moro
li fa tutti venire, or che non preme
Carlo i pagani, anzi il vantaggio è loro.
Le differenzie narrano, et il seme
fanno saper, da cui produtte fôro;
poi del re si rimettono al parere,
chi di lor prima il campo debba avere.

41
     Marfisa del suo caso anco favella,
e dice che la pugna vuol finire,
che cominciò col Tartaro; perch’ella
provocata da lui vi fu a venire:
né, per dar loco all’altre, volea quella
un’ora, non che un giorno, differire;
ma d’esser prima fa l’instanzia grande,
ch’alla battaglia il Tartaro domande.

42
     Non men vuol Rodomonte il primo campo
da terminar col suo rival l’impresa,
che per soccorrer l’africano campo
ha giá interrotta, e fin a qui sospesa.
Mette Ruggier le sue parole a campo,
e dice che patir troppo gli pesa
che Rodomonte il suo destrier gli tenga,
e ch’a pugna con lui prima non venga.

43
     Per piú intricarla il Tartaro viene anche,
e niega che Ruggiero ad alcun patto
debba l’aquila aver da l’ale bianche;
e d’ira e di furore è cosí matto,
che vuol, quando dagli altri tre non manche,
combatter tutte le querele a un tratto.
Né piú dagli altri ancor saria mancato,
se ’l consenso del re vi fosse stato.