Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/74

Da Wikisource.
68 canto


132
     Ne la cittá con pace e con amore
tornaro, ove le feste raddoppiarsi.
Poi la giostra si fe’, di che l’onore
e ’l pregio Sansonetto fece darsi;
ch’Astolfo e i duo fratelli e la migliore
di lor, Marfisa, non volson provarsi,
cercando, com’amici e buon compagni,
che Sansonetto il pregio ne guadagni.

133
     Stati che sono in gran piacere e in festa
con Norandino otto giornate o diece,
perché l’amor di Francia gli molesta,
che lasciar senza lor tanto non lece,
tolgon licenzia; e Marfisa, che questa
via disïava, compagnia lor fece.
Marfisa avuto avea lungo disire
al paragon dei paladin venire;

134
     e far esperïenzia se l’effetto
si pareggiava a tanta nominanza.
Lascia un altro in suo loco Sansonetto,
che di Ierusalem regga la stanza.
Or questi cinque in un drappello eletto,
che pochi pari al mondo han di possanza,
licenziati dal re Norandino,
vanno a Tripoli e al mar che v’è vicino.

135
     E quivi una caracca ritrovaro,
che per Ponente mercantie raguna.
Per loro e pei cavalli s’accordaro
con un vecchio patron ch’era da Luna.
Mostrava d’ogn’intorno il tempo chiaro,
ch’avrian per molti dí buona fortuna.
Sciolser dal lito, avendo aria serena,
e di buon vento ogni lor vela piena.