Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/138

Da Wikisource.


CANTO TRENTESIMOTTAVO

1
     Cortesi donne, che benigna udienza
date a’ miei versi, io vi veggo al sembiante,
che quest’altra sí subita partenza
che fa Ruggier da la sua fida amante,
vi dá gran noia, e avete displicenza
poco minor ch’avesse Bradamante;
e fate anco argumento ch’esser poco
in lui dovesse l’amoroso fuoco.

2
     Per ogni altra cagion ch’allontanato
contra la voglia d’essa se ne fusse,
ancor ch’avesse piú tesor sperato
che Creso o Crasso insieme non ridusse,
io crederia con voi, che penetrato
non fosse al cor lo stral che lo percusse;
ch’un almo gaudio, un cosí gran contento
non potrebbe comprare oro né argento.

3
     Pur, per salvar l’onor, non solamente
d’escusa, ma di laude è degno ancora;
per salvar, dico, in caso ch’altrimente
facendo, biasmo et ignominia fôra:
e se la donna fosse renitente
et ostinata in fargli far dimora,
darebbe di sé indizio e chiaro segno
o d’amar poco o d’aver poco ingegno.