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trentesimottavo 153


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     e se ’n ciò manco, subito s’accenda
la formidabil ira d’ambidui,
la qual me solo e i miei figliuoli offenda,
non alcun altro che sia qui con nui;
sí che in brevissima ora si comprenda
che sia il mancar de la promessa a vui. —
Cosí dicendo, Carlo sul Vangelo
tenea la mano, e gli occhi fissi al cielo.

85
     Si levan quindi, e poi vanno all’altare
che riccamente avean pagani adorno;
ove giurò Agramante, ch’oltre al mare
con l’esercito suo faria ritorno,
et a Carlo daria tributo pare,
se restasse Ruggier vinto quel giorno;
e perpetua tra lor triegua saria,
coi patti ch’avea Carlo detti pria.

86
     E similmente con parlar non basso,
chiamando in testimonio il gran Maumette,
sul libro ch’in man tiene il suo papasso,
ciò che detto ha, tutto osservar promette.
Poi del campo si partono a gran passo,
e tra i suoi l’uno e l’altro si rimette:
poi quel par di campioni a giurar venne;
e ’l giuramento lor questo contenne:

87
     Ruggier promette, se de la tenzone
il suo re viene o manda a disturbarlo,
che né suo guerrier piú, né suo barone
esser mai vuol, ma darsi tutto a Carlo.
Giura Rinaldo ancor, che se cagione
sará del suo signor quindi levarlo,
fin che non resti vinto egli o Ruggiero,
si fará d’Agramante cavalliero.