Vai al contenuto

Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/253

Da Wikisource.

quarantesimosecondo 247


92
     anzi tutta l’Italia, che con lei
fia triunfante, e senza lei, captiva. —
Un signor di Coreggio di costei
con alto stil par che cantando scriva,
e Timoteo, l’onor de’ Bendedei:
ambi faran tra l’una e l’altra riva
fermare al suon de’ lor soavi plettri
il fiume ove sudâr gli antiqui elettri.

93
     Tra questo loco e quel de la colonna
che fu sculpita in Borgia, com’è detto,
formata in alabastro una gran donna
era di tanto e sí sublime aspetto,
che sotto puro velo, in nera gonna,
senza oro e gemme, in un vestire schietto,
tra le piú adorne non parea men bella,
che sia tra l’altre la ciprigna stella.

94
     Non si potea, ben contemplando fiso,
conoscer se piú grazia o piú beltade,
o maggior maestá fosse nel viso,
o piú indizio d’ingegno o d’onestade.
— Chi vorrá di costei (dicea l’inciso
marmo) parlar, quanto parlar n’accade,
ben torrá impresa piú d’ogn’altra degna;
ma non però ch’a fin mai se ne vegna. —

95
     Dolce quantunque e pien di grazia tanto
fosse il suo bello e ben formato segno,
parea sdegnarsi che con umil canto
ardisse lei lodar sí rozzo ingegno,
com’era quel che sol, senz’altri a canto
(non so perché), le fu fatto sostegno.
Di tutto ’l resto erano i nomi sculti;
sol questi duo l’artefice avea occulti.