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     — Deh perché, Brandimarte, ti lasciai
senza me andare a tanta impresa? (disse).
Vedendoti partir, non fu piú mai
che Fiordiligi tua non ti seguisse.
T’avrei giovato, s’io veniva, assai,
ch’avrei tenute in te le luci fisse;
e se Gradasso avessi dietro avuto,
con un sol grido io t’avrei dato aiuto;

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     o forse esser potrei stata sí presta,
ch’entrando in mezzo, il colpo t’avrei tolto:
fatto scudo t’avrei con la mia testa;
che morendo io, non era il danno molto.
Ogni modo io morrò; né fia di questa
dolente morte alcun profitto colto;
che, quando io fossi morta in tua difesa,
non potrei meglio aver la vita spesa.

162
     Se pur ad aiutarti i duri fati
avessi avuti e tutto il cielo avverso,
gli ultimi baci almeno io t’avrei dati,
almen t’avrei di pianto il viso asperso;
e prima che con gli angeli beati
fossi lo spirto al suo Fattor converso,
detto gli avrei: Va in pace, e lá m’aspetta;
ch’ovunque sei, son per seguirti in fretta.

163
     È questo, Brandimarte, è questo il regno
di che pigliar lo scettro ora dovevi?
Or cosí teco a Dammogire io vegno?
cosí nel real seggio mi ricevi?
Ah Fortuna crudel, quanto disegno
mi rompi! oh che speranze oggi mi levi!
Deh, che cesso io, poi c’ho perduto questo
tanto mio ben, ch’io non perdo anco il resto? —