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88 canto


36
     Ben pensa quel che le parole denno
volere inferir piú; ch’ella l’accusa
che la convenzïon ch’insieme fenno,
non le osservava: onde per farne iscusa,
di volerle parlar le fece cenno:
ma quella giú con la visiera chiusa
venía dal dolor spinta e da la rabbia,
per porlo, e forse ove non era sabbia.

37
     Quando Ruggier la vede tanto accesa,
si ristringe ne l’arme e ne la sella:
la lancia arresta; ma la tien sospesa,
piegata in parte ove non nuoccia a quella.
La donna, ch’a ferirlo e a fargli offesa
venía con mente di pietá rubella,
non poté sofferir, come fu appresso,
di porlo in terra e fargli oltraggio espresso.

38
     Cosí lor lancie van d’effetto vòte
a quello incontro; e basta ben s’Amore
con l’un giostra e con l’altro, e gli percuote
d’una amorosa lancia in mezzo il core.
Poi che la donna sofferir non puote
di far onta a Ruggier, volge il furore
che l’arde il petto, altrove; e vi fa cose
che saran, fin che giri il ciel, famose.

39
     In poco spazio ne gittò per terra
trecento e piú con quella lancia d’oro.
Ella sola quel dí vinse la guerra,
messe ella sola in fuga il popul Moro.
Ruggier di qua di lá s’aggira et erra
tanto, che se le accosta e dice: — Io moro,
s’io non ti parlo: ohimè! che t’ho fatto io,
che mi debbi fuggire? Odi, per Dio! —