Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/258

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 [148]
Douunqj il viſo drizza il Paladino
     Leuaſi ognuno, e gli da larga ſtrada,
     Ne men ſgobra il Fedel che’l Saracino
     Si reuerita e la famoſa ſpada,
     Rinaldo ſuor che Dardinel meſchino
     Non vede alcuno, e lui ſeguir nò bada:
     Grida Fanciullo gran briga ti diede
     Chi ti laſcio di qſto ſcudo herede.

 [149]
Vengo a te per prouar, ſé tu m’attendi
     Coe bè guardi il quartier roſſo e biaco:
     Che s’hora contra me non lo diffendi
     Difender cotra Orlando il potrai maco:
     Riſpoſe Dardinello, hor chiaro apprèdi
     Che s’ io lo porto il ſo difender’ ancho
     E guadagnar piú honor ch briga poſſo,
     Del paterno quartier candido e roſſo.

 [150]
Perche fanciullo io ſia no creder farme
     Perho ſuggire, o che’l quartier ti dia,
     La vita mi torrai ſé mi toi l’arme
     Ma ſpero in Dio ch’anzi il contrario ſia,
     Sia ql ch vuol, no potrá alcu biaſmarme
     Che mai traligni alla progenie mia,
     Coſi dicendo con la ſpada in mano
     Affalſe il cauallier da Montalbano.

 [151]
Vn timor ſreddo tutto’ 1 ſangue oppreſſe
     Che gli Africani haueáo Storno al core:
     Come vider Rinaldo, che ſi meſſe
     Con tata rabbia incontra a ql Signore
     Co qjta adria ú leo, ch’al prato haueffe
     Viſto vn Torel ch’achor no ſenta amor:
     Il primo che feri fu’l Saracino
     Ma picchio in va ſu l’elmo di Mabrino.

 [152]
Riſe Rinaldo e diſſe, io vo tu ſenta
     S’ io ſo meglio di te trouar la vena,
     Sprona, e a ú tpo al dſtrier la briglia alieta:
     E d’ una puta co tal ſorza mena
     IV una punta ch’al petto gli appreſenta:
     Ch gli la fa apparir dietro alla ſchena,
     Quella traſſe al tornar V alma col ſangue
     Di fella il corpo vſci ſreddo & eſangue.

 [153]
Come purpureo fior languendo muore
     Che’l vomere al paſſar tagliato laſſa:
     O come carco di ſuperchio humore
     Il papauer nel’horto il capo abbaſſa:
     Coſi, giú de la faccia ogni colore
     Cadendo, Dardinel di vita paſſa,
     Paſſa di vita, e fa paſſar con lui
     Lardire e la virtú de tutti i ſui.

 [154]
Qual ſoglion l’accg p humano ingegno
     Stare ingorgate alcuna volta e chiuſe:
     Che quado lorvien poi rotto il foſtegno
     Caſcano, e van con gran rumor difuſe,
     Tal gli Africa c’hauea qualche ritegno
     Mentre virtú lor Dardinello inſuſe,
     Ne vano hor ſparti in qſta parte e! qlla,
     Che l’han veduto vſcir morto di fella.

 [155]
Chi vuol ſuggir, Rinaldo ſuggir laſſa
     Et attende a cacciar chi vuol ſtar ſaldo,
     Si cade ouunqj Ariodante paſſa
     Che molto va quel di preſſo a Rinaldo,
     Altri Lionetto, altri Zerbin ſracaſſa
     A gara ognuno a far gran proue caldo,
     Carlo fa il ſuo douer, lo fa Oliuiero
     Turpino, e Guido, e Salamone, e Vgiero.