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Malindo vcciſe e Ardalico il fratello
Che del conte di Fiandra erano ſigli
E l’uno e l’altro cauallier nouello
Fatto hauea Carlo, e aggiunto all’arme i gigl
Pereti il giorno amèdui d’hoſtil macello
Con gli ſtocchi tornar vide vermigli:
E terre in Friſa hauea prometto loro
E date hauria, ma lo vieto Medoro.
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Gl’infidiofi ferri eran vicini
A i padiglioni, che tiraro in volta
Al padiglion di Carlo: i Paladini
Facendo ognun la guardia la ſua volta,
Quando da l’empia ſtrage i ſaracini
Traffon le ſpade, e diero a tempo volta,
Ch’impoffibil lor par: tra ſi gran torma
Ch no s’habbia a trouar vn ch nò dorma
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E ben che poſſan gir di preda carchi
Saluin pur ſé, ch fanno assai guadagno:
Oue piú creda hauer ſicuri i varchi
Va Cloridao, e dietro ha il ſuo 9pagno:
Vengon nel capo oue ſra ſpade & archi
E feudi e lance in vn vermiglio ſtagno
Giaccion poueri e ricchi, e Re e vaſſalli
E fozzopra, con gli huomini i caualli.
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Quiui de i corpi l’horrida miſtura
Ch piena hauea la gran cápagna itorno:
Potea far vaneggiar la fedel cura
De i duo 9pagni iſino al far del giorno:
Se non trahea ſuor d’una nube oſcura
A prieghi di Medor la Luna il corno,
Medoro in ciel diuotamente ſiſſe
Verſo la Luna gliocchi, e coſi diſſe.
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O ſanta Dea che da gliantiqui noſtri
Debitamente fei detta triforme,
Ch’in cielo: in terra: e ne l’inferno moſtri
L’alta bellezza tua: ſotto piú ſorme,
E ne le ſelue di Fere e di Moſtri
Vai cacciatrice ſeguitando l’orme,
Moſtrami oue’l mio Re giaccia ſra tanti
Che viuendo imito tuoi ſtudi fanti.
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La Luna a quel pregar la nube aperſe
(O foſſe caſo o pur la tanta fede)
Bella come ſu allhor, ch’ella s’ oſſerſe
E nuda in braccio a Endimion ſi diede,
Con Parigi a quel lume ſi ſcoperſe
l’un capo e l’altro, e’l mòte e’l pia ſivede
Si videro i duo colli di lontano
Martyre a deſtra, e Leri all’altra mano.
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Rifulſe lo ſplendor molto piú chiaro
Oue d’Almote giacea morto il figlio:
Medoro andò piagédo al Signor caro
Ch conobbe il qrtier biáco e vermiglio:
E tutto’l viſo gli bagno d’amaro
Piato, ch n’ hauea u rio ſotto ogni ciglio
In ſi dolci atti in ſi dolci lamenti
Che potea ad aſcoltar fermare i venti.
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Ma con ſommeſſa voce e a pena vdita
Non che riguardi a non ſi far ſentire
Pere’ habbia alcun pèſier de la ſua vita,
Piú toſto l’odia, e ne vorrebbe vſcire,
Ma per timor che non gli ſia impedita
l’opera pia che quiui il ſé venire,
Fu il morto Re ſu gli homeri foſpefo
Di tramendui, tralor partendo il peſo.