Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/246

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ration de navi.

Am.
Queste da dieci anni guastale.
Di.
Et queste sanno accutissimamente de legati ne le citadi, come de la immoratione de gli aiutori.
Am.
Ma queste paci sono di tret’anni in terra e in mare.
Di.
O Dionisie feste. quefie sanno di Ambrosia et netttare, e di non osservare cibarij di tre dì, et dicono và dove voi, queste recevo, le gusto, e bevo.
Am.
Vadino con dio tutti gli Acarnei.
Di.
Et io liberato da la guerra et da le disgratie, accrescerò le Dionisie feste per li campi.
Am.
Et io fuggerò questi Acarnei.


Coro de gli Acarnei.

Ogniun per quà siegua, spinga, e interroghi, e conosca l’huomo de tutti i viatori: imperoche egli è degno de la citade.

Semico.
Dico che se piglij quest’huomo: ma dicetemi se alcun l’ha visto in che luogo egli s’è voltato, portando la pace, e fugito se ne andato via vanamente.
Co.
O povero me in quelli mei anni. non ne la mi gioventude, quando io portando il carico de carboni seguiva Failo e correva. sì mattamente portando la pace costui scacciato da me, saria fugito: ne levemente saria scampato.

Adesso poi che la gamba mia e molto forte, ella fa l’officio suo, et quella di Lacratide vecchio è aggravata: egli è da essere scacciato, imperoche mai