Pagina:Arturo Graf - Le Danaidi.djvu/165

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AL CIPRESSO 153 Erme pendici trasvolando, tutte Svegli e sommova a mormorar le piante, Silenzioso tu rimani, e il fosco Apice acuto declinando appena, All’igneo ciel spiritalmente odori. Che sogni tu così ravvolto e cupo E taciturno? Favolose storie Forse rammenti e sovrumani onori E fasti e lutti d’un’età remota? L’atre selve dell’Ida e i bianchi altari Sempre fumanti d’odorato foco? Scheggia del legno tuo l’imperioso Scettro di Giove e dell’Amor lo strale? D’un tuo virgulto coronato il sacro Di Melpomene capo, e sotto l’aspra Tua scorza chiusi, e alla pietà serbati Di tarde genti e de’ poeti al canto, Morbidi petti di deluse ninfe E d’incauto garzon l’anima e il duolo? sogni forse tu, siccome è voce Fra i poeti e le donne e gli amatori Dell’oriente, la purpurea rosa Che nuda porge all’aureo sole il grembo? Guaf, Le Danaidi. 20