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116 giuseppe sordini


in Pantano e di S. Pietro di Monte Martano; la prima costruita tutta di grossi travertini, evidenti spoglie di monumenti pagani, la seconda sorta sulle rovine di un edificio della prima epoca imperiale, nel luogo stesso occupato dal Vico, e la terza, ora cadente, soppressa già da Bonifacio VIII, ed aggregata alla Mensa capitolare del Duomo di Spoleto1.

Ora, il Cimitero sotterraneo di Villa S. Faustino, posto sulla grande Via Flaminia, a due miglia, circa, prima di giungere al Vico ad Martis, a me non pare dubbio che debba riferirsi a questo abitato, che, nelle leggende dell’alto Medioevo potè assumere, non in tutto ingiustamente, il nome di città, avendone forse le parvenze, almeno nelle rovine2.

Senza dubbio, la fortunata invenzione di un Cimitero cristiano, sotterraneo, nell'Umbria, è un gran passo verso la soluzione di molti problemi attorno ai quali, fino ad ora, si sono affaticate, invano, le menti di tanti dotti; ma tale scoperta si ridurrebbe a ben poco, quando non fosse provveduto con sollecitudine a sgombrare, studiare e illustrare, con scrupolosa diligenza, quest'unico sacro ipogeo umbro, mettendone in rapporto con tutto quello che ci è noto dell'Umbria cristiana ed anche con le più probabili induzioni storiche e archeologiche, i risultati che si conseguiranno.

Ma, il Cimitero di Villa S. Faustino è esso veramente unico, nell’Umbria? L’esistenza di un Cimitero sotterraneo, cristiano, a guisa delle romane catacombe, presso Villa S. Faustino, è, di certo, dovuta più che ad altro, alla natura del terreno, simile, nell’aspetto e nelle qualità, benché tanto differente nella sostanza, a quelli in cui furono scavate le catacombe di Roma. E a me, anche per tale considerazione, di una condizione, cioè, naturale, che può trovare e trova riscontro in altre parti della regione umbra3, non pare che si debba ritenere, il Cimitero sotterraneo di Villa S. Faustino, essere l’unico esempio nell’Umbria.

Indizi, molto probabili, di altri cimiteri sotterranei nell’Umbria, io li trovo negli stessi Atti di S. Brizio; unici indizi, che io mi sappia, di tutto il leggendario dei Santi umbri; e per ciò solo, quindi, in particolar modo, dopo l’esempio di Villa S. Faustino, da prendersi in attenta considerazione.

Narrano essi Atti che, due compagni di S. Brizio, Abbondio e Carpoforo, furono decapitati presso Foligno, suburbana civitate miliario uno, in loco qui dicitur thanarium, in via sub monte rotundo in subsidio montis vie; e che Eustachia matrona xpianissima, raccolse i corpi di quei Martiri, li asperse di aromi e li depose, come ivi è detto, in speluncam suam4.

L’espressione speluncam suam non mi pare che debba lasciar dubbio intorno alla indicazione di un cimitero sotterraneo; ma io non posso dire altro intorno a ciò, non avendo avuto modo, ancora, di fare studio alcuno della località.

  1. Che l'Abbazia di S. Pietro di Monte Martano fosse aggregata alla Mensa epistolare del Duomo di Spoleto, è cosa notoria; e a me, personalmente, consta che le antiche carte di quella Abbazia dovrebbero ancora trovarsi nell'impenetrabile Archivio del Duomo di Spoleto. E', purtroppo, da far voti che anche quell'Archivio, il più antico di Spoleto, venga, con le debite garanzie ben conservato e aperto agli studiosi.
  2. Dopo tanti secoli e infinite devastazioni, si veggono ancora, a S. Maria in Pantano, notevoli costruzioni, oltre la chiesa, di opus reticolatum e frammenti di sculture marmoree e di iscrizioni.
  3. Quando qui si parla di Umbria, bisogna intendere il paese che si stende fra il Tevere e il Nera, al qual paese spetta veramente il nome Umbrìa. Al di là di questi due fiumi, come tutti sanno, da un lato c’è la bassa Etruria e dall’altro la Sabina, le quali, soltanto per vicende politiche, sono oggi aggruppate con l'Umbria e comprese sotto questo nome.
  4. Negli Atti contenuti nel volume III dei Lezionari spoletini, è scritto, invece, correttamente in spelunca sua. Noto la variante, solo per dare un esempio delle differenze insignificanti tra i due testi.