Pagina:Atti del II Congresso Internazionale di Archeologia Cristiana.djvu/133

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di un cimitero sotterraneo dell'umbria 119


ziano, sullo stesso versante del poggio, ammirasi ancora la celeberrima Basilica del Salvatore, detta anche di S. Concordio e più modernamente del Crocifisso e del Cimitero1; meravigliosa costruzione del IV secolo, la quale sorse, in qnel tempo, sopra la tomba di un altro martire, Concordio, quivi precedentemente sepolto.

E sull'alto dello stesso poggio, si erge, tuttavia, una vetusta chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo, la quale, nella sua fronte, serba memoria scolpita in una tavola di marmo, della dedicazione, avvenuta nei primi anni del quinto secolo, e dell’esistenza, quivi, di un fonte battesimale trasferito poi nel Duomo di Spoleto. Quella iscrizione2, certamente è assai tarda, ma il culto antichissimo al quale si riferisce, e

  1. Quasi non bastassero i titoli sotto i quali è conosciuta questa famosa basilica, alcuni ora la chiamano S. Agostino, perché... era ed è servita dagli Eremitani di S. Agostino! Di questa basilica hanno scritto, per dire soltanto dei maggiori, il de Rossi, l'Hübsch, il Mothes, il Rohault de Fleury, e ultimamente il Grisar. Manca, però, ancora, una illustrazione completa e definitiva. Raffaele Cattaneo, in una nota del suo libro: L'Architettura in Italia dal secolo VI al mille circa, Venezia, Ougania, 1889, pag. 135, attribuisce il merito della scoperta di tale edificio, veramente straordinario, all'Hübsch, uscendo, poi, a tal proposito, in parole amarissime contro gli Italiani. Tutto ciò non ha fondamento alcuno. Potrei citare, se volessi, una lunga serie di scrittori, non solo Italiani, ma Spoletini, i quali parlarono sempre, con la massima considerazione, di questo edificio, in opere di indole generale, mostrando di conoscerne il grande valore. E il Padre Bonaventura Viani, nel 1857, tre anni avanti alla pubblicazione dell'Hübsch, scrisse una dotta Memoria sulla Basilica di S. Salvatore di Spoleto, e la comunicò nello stesso anno all'Accademia Spoletina, la quale la dette alla luce nell'Annuario del 1860, dove occupa ben venti pagine di stampa!
  2. È incisa in una lastra di marmo bianco, inserita nella facciata della chiesa, a sinistra della porta maggiore. Il marmo misura m. 0,35 X 0.85 Sotto, in un altro pezzo di marmo bianco, è scolpita, di rilievo, una croce equilatera. L'iscrizione dice, esattamente, cosi:

    I caratteri sembrano della fine del XVI o del principio del XVII secolo. Fu pubblicata da Bernardino di Campello (Historie di Spoleti, Spoleto, Ricci, 1672, pag. 238); e dal Sansi (Degli edifici e dei frammenti storici delle antiche età di Spoleto, Foligno, Sgariglia, 1869, pag. 305). La più antica menzione che io ne conosca, è in un libretto manoscritto, presso di me, dell’anno 1643 intitolato: Elogia de Sanctis Ecclesiae Spoletinae a Seraphino Petri de Seraphinis Sacerdote spoletino edita, a pag. 7, nelle note alla vita di S. Concordio.

    Questa antica chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo, citata già dal de Rossi (Bullett, 1871, pag. 146-47), e ultimamente dal Grisar (Civiltà Cattolica, 16 Giugno 1900, vol. X, pag. 721), appar-