Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/118

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venne alla deliberazione di riunirci una sera sotto il noto albero della Libertà per trattare sulle faccende di prima importanza.

All’ordine del giorno stava per prima la proposta del padre Stella di spedire a Massaua qualcuno dei nostri per attendervi l’arrivo del capo di colonia, Pompeo Zucchi, che, ai calcoli fatti, non doveva essere lontano.

Ci riunimmo dunque, si discusse sul da farsi e si elesse a disimpegnare quest’ufficio l’intrepido Olda-Gabriel, al quale si diedero i connotati del Zucchi e le istruzioni relative perchè il ricevimento avvenisse senza pubblicità e nessuno si accorgesse dello scopo del suo arrivo, nè per dove si dirigesse.

Olda-Gabriel, accettato l’incarico, partì il mattino susseguente in compagnia di due servi.

Il lettore si ricorderà dell’indigeno Glaudios, che era venuto ad offrirsi per condurre fra noi le sue genti e formare con esse una sola tribù.

Egli venne coi suoi; in pochi giorni si costrusse un particolare recinto, assai vasto, e s’innalzò capanne. Trasse dietro un gregge numeroso, fra cui le vacche figuravano in numero maggiore.

Nel giorno dell’arrivo di costoro, l’indigeno Glaudios, loro capo, quasi a pegno di sincera e perenne amicizia, immolò due delle più belle vacche che possedeva, e abbrustolitene le carni, ce le imbandì. Con esse parò anche un ghiotto manicaretto, consistente in carne di scelta posizione, bene battuta e tagliuzzata, introdotta entro alle budella dell’animale a guisa delle nostre salsiccie. Arrostiti poscia anche codesti enormi sacchi di carne pesta, ne usammo quale pietanza di lusso in compagnia dei numerosi commensali.