Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/12

Da Wikisource.

quella della pioggia dal maggio al settembre; e la più bella dal settembre al maggio.

«In questa stessa lettera il console Lambertenghi trascrive quanto gli venne comunicato dal Bonichi in una missiva direttagli a Suez.... «Io rimango a Sciotel 1, dice il Bonichi, nella veduta e nella speranza di riuscire col signor Stella a quivi fondare uno stabilimento agricolo-commerciale italiano, giacchè mi addolora il pensiero, che una località come quella che noi possediamo debba da noi essere abbandonata e quindi usufruita da Europei di altre nazioni, e che già vi agognano, e si sforzano a farvi sparire l’elemento italiano. Chè anzi ella in proposito può renderci qualche utile servigio, facendoci avere qualche notizia sulle vere intenzioni del nostro governo, di cui dall’agosto in poi non ho saputo altro, e procurandoci coi mezzi e colle relazioni che avrà, sia in Egitto come in Italia, Francia o Inghilterra, la pubblicazione nei giornali di un avviso esprimente: — Che Ferdinando Bonichi e G. Stella, italiani dimoranti a Sciotel, fra i confini dell’Egitto e dell’Abissinia, accettano ed eseguiscono commissioni per provvista di bestie feroci ed animali selvaggi viventi, da inviarsi in Europa per conto dei committenti, a patti e condizioni da stabilirsi in ogni relativa commissione; dirigendosi ai medesimi Bonichi e Stella per la via e posta di Massauah. — Gli animali che possiamo provvedere, oltre

  1. Il viaggiatore Halévy nella sua „Excursion chez les Falacha en Abyssinie“ accenna alla fondazione di una Colonia italiana a piè dello Teada-Amba, il più bello dei monti che contornano la valle irrigata dal tortuoso torrente „Cheytel o Sciotel“, che secondo esso dà il nome alla contrada. Vedi „Bulletin de la Société de Geographie“, mars-avril 1869, pag. 270 e seguenti.