Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/128

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XV.


L’apologia di me stesso — Pioggia — Una piaga d’Egitto. I termiti in casa — Ancora le locuste — Lucertoloni, vipere e serpenti — La lucertola e la vipera — Scomparsa dei flagelli.



Infatti Glaudios aveva saputo, in sì breve tempo, attirarsi l’odio di tutta la colonia a segno tale che stavasi già macchinando da qualcuno degli indigeni qualche brutto tiro per levarselo dai piedi.

Nè questo io scrivo per mettere in evidenza le altrui mancanze e scusare a questo modo le mie, dappoichè io sappia, e con me lo possa sapere ognuno, che tutti in generale abbiamo dei difetti. Ma se pure io credo d’averne avuto qualcuno, si fu quello certamente di non essermi mai lagnato di nulla, e di essere stato sempre nascosto dietro a tutti, molti dei quali, con poca coscienza, seppero, in vista della mia debolezza, approfittarne a mie spese e farsi belli — come suol dirsi — colle penne altrui.