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— che in amarico significa Monte della Trinità — giunse persino ad esclamare: „Padre, se tu insisti a volerci mandare contro gli Europei ed i loro alleati, possa la Trinità far sì che le nostre palle si sprofondino nella terra e che le loro ci colpiscano direttamente nel petto.»

L’ostacolo maggiore che opponevasi al loro ritorno a Keren, proveniva da una questione d’amor proprio, avvegnacchè temevano che noi li avremmo avuti in conto di vili se si fossero ritirati in seguito alle nostre intimazioni.

Avendo poscia il signor Stella chiesto all’esploratore ove fosse il suo compagno, gli venne risposto che egli erasi colà soffermato ad attendere l’esito finale della discussione.

Allora, rivolto ai cinque abissini, disse loro: «Da quanto ho inteso finora, all’epoca del ritorno del mio primo inviato, i vostri trovavansi ancora all’acqua Osch. Perciò prima che io possa lasciarvi in libertà, conviene mi giungano ulteriori notizie e da qualcuno dei quattro, ultimamente spediti, io sia informato e rassicurato che il vostro generale ed i suoi soldati sieno già rientrati a Keren.

Un’ora dopo, ecco giungere il secondo dei due esploratori del giorno innanzi, a recare la notizia che l’accampamento all’acqua Osch era stato levato e che Gheremetim ed i suoi trecento erano già in marcia per Keren. Anzi durante la marcia si erano ancora una volta fermati, indecisi se dovessero attaccarci, in quanto ritenevano che nelle casse recate da Zucchi e già trasportate da noi in Sciotel, vi potessero essere stati dei bei talleri di Maria Teresa.1

  1. In quelle regioni e da quelle tribù non sono riconosciute altre monete che i talleri di Maria Teresa.