Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/60

Da Wikisource.

VII.


Camello divorato — Giustizia sul luogo — Una cinta di capanne — Allarme — Leoni e montoni — Miracoli del mio fucile — Riconoscenza degl’indigeni — Deglel il triumviro — Seguito del viaggio — Un bastone che risolve questioni.



Al mattino seguente ricaricammo i somieri, non senza deplorare la mancanza d’un camello, rilevata dagl’indigeni. Alcuni minuti appresso, uno di costoro, che s’era staccato dalla comitiva per ritrovarlo, ritornò a noi di tutta corsa ed afferrò un fucile che trovavasi sopra i bagagli ed apparteneva a Colombo.

Chiestogliene il motivo, ci rispose, che correva ad uccidere una iena la quale divertivasi a sventrare il nostro camello in compagnia d’alcuni avoltoî.

Gli osservai che quel fucile non poteva prestarsi all’uоpo essendo carico a pallini; quindi presi il mio e mi feci guidare sul luogo.

Eravamo armati tutti e due, e procedevamo di buon passo, cosicchè in breve eravamo già addentro nella foresta. Colà mi apparve uno spettacolo desolante.