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dei barbari | 113 |
de’ rugi, vuotata giá da Odoacre; e
rivaleggiarono lá co’ gepidi; e li vinsero in due grandi battaglie;
dove Alboino figliuolo del re longobardo nella prima, re nella
seconda, uccise di mano sua i due re gepidi, Torrismondo e Cunimondo.
Cumulazione poi di barbarie, poco men che incredibile ora, ma
attestata da tutte le tradizioni, il feroce uccisore sposò Rosmunda
figlia e nipote dei due uccisi; e del teschio del suocero fecesi un
bicchiere a banchettare. I gepidi eran distrutti; il loro nome non
trovasi piú; i rimasugli si perdettero certo nelle due genti de’
longobardi e degli unni-ávari lor alleati. E, fosse stato patto
dell’alleanza, o che le due discese giá notate di alcuni longobardi in
Italia li avessero invogliati del bel paese, o fossero essi tratti,
come poc’anzi altri barbari, dalla debolezza de’ greci, od invitati
veramente da Narsete; il fatto sta, che i longobardi lasciarono,
appena compiuta, lor conquista di Pannonia a quegli alleati, i quali
le diedero poi il nome proprio di Unn-Avaria od Ungheria; e che essi
ingrossati di varie frazioni di genti, gepidi, bulgari, sarmati, svevi
e principalmente sassoni, scesero in Italia l’anno 568. Né inganni
siffatta moltiplicitá di nomi sul numero degli invasori. I longobardi
furono certamente i piú numerosi tra essi di gran lunga; eppure furono
pochi. Trovansi divisi in quelle migliaia, centinaia e decanie (ma
decanie di dodici) che dicemmo; e tutta la gente composta
probabilmente di tre dozzine di queste migliaia, cioè in tutto di poco
piú che sessantaduemila guerrieri. Ad ogni modo, la loro pochezza si
manifesta da ciò, che non poterono, né nell’invasione né poi mai, né
occupare tutta Italia contro a’ greci, né difenderla contro a’
franchi. E cosí continuò il danno vecchio, che ogni potenza sorgente
da noi lasci nel proprio edificio l’addentellato alla potenza
ulteriore; e sorse il danno, nuovissimo allora, il dividersi la
penisola per non riunirsi forse mai piú.
13. Alboino e Clefi [568-584]. — Scese Alboino, come i piú, per l’Alpi carniche; occupò prima Foro Giulio, or Cividal del Friuli, e subito vi pose un duca con iscelte «fare» d’uomini e razze di cavalli. E questo titolo di «duca» è dato poi nella storia a trentasei capi di schiere (probabilmente migliaia) di militi longobardi