dell’imperio e del
regno d’Italia Carlo il calvo re di Francia, Carlo e Carlomanno
figliuoli di Ludovico re di Germania. Ma Carlo il calvo se ne libera
per allora; ed è incoronato imperatore a Roma da papa Giovanni VIII, e
poi re a Pavia. Ripassa in Francia, ritorna in Italia contro
Carlomanno tornatovi; n’è cacciato, e fuggendo pel Moncenisio, muore
lí nell’877. E continuano le depredazioni de’ saracini, le guerre
complicate al mezzodí. — Carlomanno regna allora in Italia e l’anno 879
s’associa Carlo il grosso suo fratello giá re di Svevia, e muore
nell’880; e continuano i saracini, le guerre di mezzodí, e i
turbamenti di Roma. — Rimasto solo re d’Italia Carlo il grosso, prende
l’imperio vacante da tre anni, ed è incoronato dal papa. Nell’882 ei
succede all’altro suo fratello Luigi, e cosí riunisce, oltre Italia,
tutta Germania. E nell’884 succede a Carlomanno cugino suo re di
Francia; ond’egli riunisce, terzo dopo Carlomagno e Ludovico il
bonario, tutto l’imperio. Sarebbe potuto credersi, che n’uscisse una
restaurazione di questo; n’uscí la rovina ultima. La quale attribuita
da quasi tutti all’incapacitá di Carlo il grosso, debbe forse
attribuirsi anche piú alla tendenza naturale che aveano le diverse
nazioni europee a ricostituire le loro nazionalitá, or riunite or
divise ma sempre offese contro la natura delle schiatte e de’ limiti,
da tutti i Carolingi. Niuna causa piú di questa operò a far finir cosí
presto e cosí male quella dinastia giá cosí grandemente iniziata e
dilatata in tutta la cristianitá. E noi viventi vedemmo una simile
causa produrre un simile effetto, anche piú presto. Le nazionalitá
poterono sí estinguersi nell’antiche barbarie, e talora nelle stesse
antiche civiltá, perché queste erano poco meno che barbare. Ma la
civiltá cristiana, nelle stesse sue etá dette «barbare» od «oscure», e
tanto piú nelle progredite, fu sempre ed è tale, che non somministra
mezzi alle distruzioni delle nazionalitá, non lascia possibili (almeno
nel proprio seno) quelle estreme barbarie che sono a ciò
necessarie. — Le nazionalitá cristiane si comprimono, ma non si
distruggono; e le compresse si vendicano, sempre occupando e scemando
le forze a’ compressori; e talora poi abbattendoli. I successori
degeneri pagano allora i