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corone, avea fatta sentir qua e lá crudelmente ma non rinvigorita la potenza regio-imperiale, ed avea schivata la cittá nemica principale, Milano. — Quindi ad innalzarsi i milanesi a giusto orgoglio, a gran credito, a meritata potenza in tutta Italia: Milano faceva allora ciò che giá Roma all’epoca di Camillo: in Milano era la somma, era l’onor d’Italia; i milanesi furono sublimi, prudenti, disinteressati, generosi in tutta questa guerra. Giá, presente ancora Federigo, aveano essi stessi riedificata Tortona, la fedele alleata, e sconfitti i pavesi contrastanti. Ora, assente lui, ridussero questi alla pace; e punirono piú o meno gli imperiali, il marchese di Monferrato, Cremona, Lodi; ristrinser lor alleanze, fortificarono i passi d’Adda e Ticino. E quindi ad accostarsi pur il papa alla parte nazionale, a stringer alleanza con re Guglielmo, a insuperbire coll’imperatore. In una lettera gli parlò della corona imperiale come di «beneficio» concedutogli; ed alla cancelleria tedesca parve tanto piú ingiuria, perché allora tal parola aveva, oltre sua significazione naturale, pur quella di feudo. Il papa spiegò che aveva intesa la prima, l’imperatore si contentò.

9. Continua. — Fece una seconda discesa [1158] come la prima, per Tirolo; e la molta gente sua (centomila fanti, dicesi, e quindicimila cavalli) per gli altri passi del Friuli, di Como e del Gran San Bernardo. Volea finirla una volta con questi italiani, con questi milanesi principalmente, che intendean cosí male l’imperio; volea questo restaurare a modo suo finalmente. Occupò, atterrí tutta Lombardia; presentossi a Brescia, sola che mostrasse di voler restar costante a Milano, alla indipendenza; e n’ebbe obbedienza, Sforzò i passi dell’Adda difesi da’ milanesi, prese loro varie castella, diede a’ lodigiani nuovo sito a riedificar lor cittá, arrivò dinanzi a Milano [8 agosto]. Ma non osò assalirla a forza; la circondò, l’affamò. Seguirono belle sortite degli assediati. Ma in capo a due mesi il conte di Blandrate, un signor potente, lor capitano, li persuase ad una capitolazione; la quale ebbero moderata, dando all’imperatore poco piú che il giuramento e le regalíe, e serbando i consoli [7 settembre]. — Ma Federigo adunava una nuova gran dieta a Roncaglia, e vi