trovasi Cremona riserbarsi il diritto di tener
distrutta la vicina ed invisa Crema. Duole nell’anima, ma cosí è. Noi non
abbiamo vent’anni di storia compiutamente bella, di vera concordia in tutti
i nostri secoli moderni. Il fatto è; sappiam vederlo e confessarlo una
volta finalmente, per non rifarlo mai piú. Alle nazioni, come ai principi,
come ad ogni uomo, l’essenziale non è non aver errato, ma risolversi a non
rifare il medesimo errore. — Nel 1174 ridiscese finalmente Federigo per la
quinta ed ultima volta. Non gli era aperto se non il passo di Susa, per le
terre dei conti di Savoia che troppo duole trovare qui. Scendendo il
Moncenisio arse Susa, a vendetta del fatto di sei anni addietro. S’avanzò
ad Asti, la quale, meno devota a libertá che non la prima volta, entrò in
patti e si sottopose. S’avanzò contra Alessandria; e questa, cinta di mura
di terra pesta e paglia, ovvero coperta i tetti di paglia (onde il glorioso
nome rimastole di Alessandria «della paglia»), si difese fortemente quattro
mesi, senza soccorsi della Societá. Finalmente, adunata questa a Modena,
mandò un esercito; e Federigo, levato l’assedio [1175], mosse verso quello.
Ma, non assalito (forse per il solito rispetto all’imperio), entrò in
trattati; ottenne, licenziando l’esercito suo, che i lombardi licenziassero
il loro; e cosí egli e sua corte ebbero il passo e giunsero a Pavia.
Seguirono trattati nuovi, che non condussero a conchiusione, ma che giá
allentarono la Societá. E cosí passò, perdettesi il rimanente di
quell’anno. — Alla primavera del seguente e gloriosissimo 1176, scese un
nuovo esercito tedesco per li Grigioni e Como, in aiuto all’imperatore; ed
egli, lasciando la corte in Pavia, andò di sua persona di soppiatto a
raggiungerlo. Allora, i milanesi aiutati solamente delle milizie di
Piacenza, e d’alcuni scelti di Verona, Brescia, Novara, Vercelli, e forse
(come vantano alcune famiglie in lor tradizioni) di fuorusciti di altre
cittá diroccate, uscirono alla campagna, formarono due compagnie elette
nomate «della Morte» e «del Carroccio», e s’avanzarono sulla via da Milano
al Lago Maggiore. S’incontrarono a Legnano, ed ivi seguí, addí 29 maggio
1176, la piú bella battaglia di nostra storia. I lombardi, vedendo avanzar
l’oste straniera, si