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ne’ due secoli seguenti, come in generale tutte le volte che alla signoria o preponderanza tedesca sul settentrione d’Italia si contrappose staccato il Regno del mezzodí. Allora, per poco che non sieno mediocrissimi, paurosissimi quei re lontani dalla prepotenza tedesca, sorge un equilibrio naturale, che dá fiato, che diminuisce la servitú della penisola intiera; e se fosse mai sorto, se sorgesse mai un gran principe colá, non è dubbio che la servitú cesserebbe del tutto. Se Carlo I fosse stato simile al gran fratello san Luigi di Francia (ma forse, se tale, non sarebbe venuto a Italia), sarebbesi ciò allora adempiuto. Ma qui fu il gran danno, qui la colpa del secolo che siam per correre; né Carlo I né niuno degli Angioini non furono grandi principi mai; furono principi semibarbari, semifeodali, non occupati in altro che nell’estendere lor potenza personale, senza uno di quei pensieri di riunire in un corpo una nazione, di appoggiarsi sugli interessi generali, sulle opinioni di lei, di riunirla quando divisa, di ordinarla quando scomposta, di liberarla quando dipendente, o di accrescere la somma delle forze, della virtú, della felicitá di lei, quando giá sia indipendente; i quali, per vero dire, son pensieri di etá piú progredite, od anzi di pochi eletti in queste stesse. E tuttavia anche allora, anche non bene costituito il Regno, il costituirsi antitedesco di esso fu tal fatto, che se ne muta quinci innanzi l’andamento di tutti i fatti minori; che dopo un secolo di prepotenza tedesca combattuta ed abbattuta, segue un secolo di prepotenza francese; che l’imperio, gli imperatori eletti, od anche discesi ed incoronati, ne scemano del tutto d’importanza; e che non piú sulla successione di questi, ma su quella dei re Angioini, ci pare dover oramai dividere ed ordinare la successione degli eventi. — Del resto, noi continueremo per forza a tralasciare le guerre civili di cittá a cittá, ed anche peggio le cittadine entro ad ogni cittá, e gli accrescimenti piú che mai frequenti de’ tirannucci in ciascuna, o de’ signori feodali, quando tutti questi fatti non sieno importantissimi alle vicende di tutta Italia, le quali sole qui proseguiamo. Noi non abbiamo spazio da badare agli interessi, alle memorie anche gloriose (se ci sia lecito dir cosí) di niun campanile, sia pur quello di Santa Maria