Dante, invidiollo; e si vede (senza
scendere agli aneddoti) da ciò, che nei Trionfi d’Amore e della Fama
non seppe trovar luogo al piú amoroso e famoso de’ suoi contemporanei.
Petrarca fu un gran letterato e nulla piú; non ha quella gloria che sola
può innalzar gli scrittori alla dignitá degli altri servitori della
patria, quella d’aver servito a migliorarla. — D’animo piú gentile, non
invidioso, anzi di quelli che son sensitivi, che trovan piacere alle
grandezze altrui, fu Boccaccio [1313-1375]; ma ei pur fu di quelli in
parte utili, in parte nocivi alla patria. Fu utile anch’esso collo
studiare e cercar codici, autori antichi; e fu utile lasciandoci la vita
del sommo poeta, ed instaurando una cattedra apposta per leggere e
spiegare il sommo poema. E fu gentile poi, fu sommo egli in un altro
genere de’ tempi suoi, nelle novelle. Ma ei non fu utile in esse
certamente; e perché non seppe indirizzar quel genere di letteratura a
que’ fini morali e politici ai quali fu innalzato poi variamente da
Cervantes in Ispagna, Fénelon in Francia, Walter Scott in Inghilterra,
Manzoni in Italia, e pochi altri; perché all’incontro egli l’avviò a solo
piacere, anzi al piacere talor basso, sovente dissoluto; ed anche perché,
sommo scrittor di prosa de’ suoi tempi, ma scrittor per celia, e forse
per celia imitator dello stile fiorito e rotondo di alcuni antichi, egli
incamminò la prosa italiana per quella via dell’imitazione latina, che è
innaturale, antipatica alla nostra lingua priva di casi, ingombra di
particelle staccate. Gran danno fu, per certo, che lo scrittor primo
diventato modello, che il formator di nostra prosa sia stato un
novellator per celia; come fu poi gran vantaggio di una nazione vicina
l’aver avuti a modelli e formatori di sua prosa due severi filosofi e
geometri, un Descartes e un Pascal. Del resto, siffatto danno nostro fu
conseguenza naturale di nostra precocitá, quasi sconto od inconveniente
della gloriosa nostra precedenza nelle lettere; e non si deve quindi
apporre a que’ padri della nostra lingua, i quali non potevan essere
progrediti come i padri della francese, venuti quattro secoli piú tardi.
Ma deve apparsi si a tutti que’ nostri scrittori posteriori e presenti,
che, or per natural pigrizia, or per istolta affettazione di nazionalitá,
non sanno uscire dalla