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delle preponderanze straniere |
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a noi, quel campo di Mincio ed Adige fu, è e
sará quello ove si combatterá, se mai, la causa nostra. Diavi allora
la patria campo libero, e senza disturbi a’ suoi soldati. Chi sta
al terribile ed onorato gioco dell’armi è suscettivo, concitabile,
iroso, e, se sia lecito dire, nervoso. Rispettate i combattenti, non
disturbateli; non meno che le loro ire, temete le loro svogliatezze;
serbate loro alacritá, lasciateli vincere una volta; e ricompensateli
poi, se vi paia, coll’ingratitudine. Non sará il primo esempio; ma
intanto voi sarete stati liberati. — Sei giorni appresso, Buonaparte
accerchiò Mantova [3 giugno]. Cosí collocato, die’ alcuni giorni, e
gli bastarono, ad assicurarsi, a spalla, degli Stati minori italiani.
Entrò a Modena [19], poi a Bologna, in Toscana [26]; gettò un presidio
a Livorno, e firmate tregue con Napoli e col papa, tornò dinanzi a
Mantova. Ivi egli era minacciato da un secondo e grande esercito
austriaco, che scendea sotto Wurmser per Tirolo, dai due lati del lago
di Garda. Al 29 furono assaliti i posti francesi. Al 31, quel giá sommo
de’ capitani moderni abbandonò l’assedio, si volse tutto alla guerra
campale; ed in sei dí, vincendo a Lonato [3 agosto] e a Castiglione
[5], rigettò Wurmser nelle Alpi tirolesi. Ma rifattovisi questo e
minacciando nuova discesa, di nuovo Buonaparte prese l’offensiva; e
combattendo dal 3 al 5 settembre, risalí Tirolo fino a Trento: poi, non
trovatovi Wurmser che scendea intanto per Val di Brenta, ve l’inseguí
con magnifica risoluzione, a Bassano, a Legnano, e lo ridusse a
buttarsi in Mantova [13]. Allora, libero di guerra campale, ricominciò
e spinse l’assedio. — Ma minacciava intanto dal Friuli Alvinzi con un
terzo esercito, la terza campagna austriaca dell’anno; bella costanza
da svergognare le debolezze italiane. Le virtú degli avversari son le
piú importanti a riconoscere, per prenderle e vincerle. Al 10 ottobre
Napoli, al 5 novembre Parma firmavan lor paci con Francia. Modena,
Bologna e Ferrara, occupate e sommosse da’ francesi, si dichiaravan
libere, formavano l’efimera repubblica cispadana [16 ottobre]. Il
medesimo dí, morto Vittorio Amedeo III, succedeva Carlo Emmanuele IV
figliuolo di lui, nel regno occupato ed asservito; nel regno che, egli
principe buono