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delle preponderanze straniere 137

a noi, quel campo di Mincio ed Adige fu, è e sará quello ove si combatterá, se mai, la causa nostra. Diavi allora la patria campo libero, e senza disturbi a’ suoi soldati. Chi sta al terribile ed onorato gioco dell’armi è suscettivo, concitabile, iroso, e, se sia lecito dire, nervoso. Rispettate i combattenti, non disturbateli; non meno che le loro ire, temete le loro svogliatezze; serbate loro alacritá, lasciateli vincere una volta; e ricompensateli poi, se vi paia, coll’ingratitudine. Non sará il primo esempio; ma intanto voi sarete stati liberati. — Sei giorni appresso, Buonaparte accerchiò Mantova [3 giugno]. Cosí collocato, die’ alcuni giorni, e gli bastarono, ad assicurarsi, a spalla, degli Stati minori italiani. Entrò a Modena [19], poi a Bologna, in Toscana [26]; gettò un presidio a Livorno, e firmate tregue con Napoli e col papa, tornò dinanzi a Mantova. Ivi egli era minacciato da un secondo e grande esercito austriaco, che scendea sotto Wurmser per Tirolo, dai due lati del lago di Garda. Al 29 furono assaliti i posti francesi. Al 31, quel giá sommo de’ capitani moderni abbandonò l’assedio, si volse tutto alla guerra campale; ed in sei dí, vincendo a Lonato [3 agosto] e a Castiglione [5], rigettò Wurmser nelle Alpi tirolesi. Ma rifattovisi questo e minacciando nuova discesa, di nuovo Buonaparte prese l’offensiva; e combattendo dal 3 al 5 settembre, risalí Tirolo fino a Trento: poi, non trovatovi Wurmser che scendea intanto per Val di Brenta, ve l’inseguí con magnifica risoluzione, a Bassano, a Legnano, e lo ridusse a buttarsi in Mantova [13]. Allora, libero di guerra campale, ricominciò e spinse l’assedio. — Ma minacciava intanto dal Friuli Alvinzi con un terzo esercito, la terza campagna austriaca dell’anno; bella costanza da svergognare le debolezze italiane. Le virtú degli avversari son le piú importanti a riconoscere, per prenderle e vincerle. Al 10 ottobre Napoli, al 5 novembre Parma firmavan lor paci con Francia. Modena, Bologna e Ferrara, occupate e sommosse da’ francesi, si dichiaravan libere, formavano l’efimera repubblica cispadana [16 ottobre]. Il medesimo dí, morto Vittorio Amedeo III, succedeva Carlo Emmanuele IV figliuolo di lui, nel regno occupato ed asservito; nel regno che, egli principe buono