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154 libro settimo

francesi in Ispagna sott’ombra di conquistar Portogallo; e conquistatolo, entrò in una serie di negoziati e perfidie e violenze, per cui tutta la casa di Borbone rimase spoglia degli antichi regni di Spagna e del nuovo d’Etruria. Fece occupar Toscana [12 dicembre]. Poi in breve, inasprito giá contro al papa per molte contese, e principalmente perché questi ricusava entrare nella lega continentale contro ad Inghilterra, fece pur occupar gli Stati di lui, e Roma stessa [1º febbraio 1808]. Poi riuní le Marche al regno d’Italia [2 aprile], e Parma, Piacenza e Toscana a Francia [24 maggio]; fece passar Giuseppe re di Napoli a re di Spagna (come mutava i prefetti da un dipartimento all’altro); e diede Napoli a Murat suo cognato, prode generale di cavalleria [15 luglio]. — Tuttociò ridestava le costanti ire d’Austria; e la resistenza incontrata dagli eserciti francesi, da Giuseppe, e da Napoleone stesso in Ispagna, ridestarono le speranze di lei. Ricominciò la guerra. Era la quarta fatta, e sempre infelicemente da quella potenza contra Napoleone generale, primo consolo e imperatore. Vergogna militare, ma gloria politica di quel governo cosí sovente sconfitto, cosí perdurante sempre. In aprile 1809, gli eserciti austriaci invasero a un tratto Baviera in mezzo, il nuovo granducato di Varsavia a settentrione, Italia a mezzodí dall’Isonzo. Napoleone accorse da Spagna a Parigi, al Reno, a Germania. E su quel campo a lui giá noto, con operazioni piú grandi ma simili (tanto quel sommo inventor di guerre sapeva obbedire al costante imperio del terreno!) ruppe, sbaragliò, vinse l’esercito nemico dell’arciduca Carlo in vari combattimenti e in uno grande ad Eckmüll [22 aprile]; e passò l’Inn [26], e prese Vienna [13 maggio]. E intanto l’armata d’Italia, piú che mai grossa d’italiani misti con francesi, e capitanata questa volta da Eugenio Beauharnais figlio adottivo di Napoleone, viceré e dichiarato erede del regno d’Italia, indietreggiava dapprima dall’Isonzo fin presso all’Adige; ma si fermava a Caldiero, ed ivi, dove avea vinto poc’anni innanzi, rivinse ora [29 aprile]. Quindi riavanzando avea passato, combattendo, Brenta, Piave, Tagliamento, Isonzo; presa Trieste [17 maggio], passate l’Alpi, dato mano al grande esercito francese,