Pagina:Baldinucci - Notizie de' professori del disegno I.djvu/78

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74 decennio i del secolo i.

sempre vergine, fino alla sua gloriosa ascesa al cielo. Seguono appresso i fatti della vita di S. Gio. Battista, dall’apparizione dell’angelo a Zaccheria, fino alla morte, e sepoltura: opera, che per la sua gran vastità, e per lo buon modo di commettere il musaico, merita molta lode; benchè per quello che al disegno, al colorito, ed ad ogn’altra buona qualità dell’arte appartiene, si possa con verità dire, ch’ella non abbia in sè parte alcuna che buona sia, nè che punto si discosti da quella goffa, e al tutto spiacevole maniera de’ Greci. Fecesi egli aiutare in quest’ opera a Gaddo Gaddi assai miglior maestro di lui; onde non è gran fatto che vi si riconoscano, da chi bene osserva, l’ultime cose di non tanta mala maniera, quanto le prime. Cominciano intanto intorno all’anno 1260 a risplendere in Firenze l’opere di Cimabue, e secondo quello che di più luoghi dello stesso Vasari si ricava, e che si riconosce da ciò che il Tafi operò di poi, è nata comune opinione, ch’egli, o s’accostasse a lui o ne ricevesse i precetti migliori dell’arte, o sì vero si mettesse a studiare di proposito le sue opere; perch’egli è certo, che da lì innanzi egli migliorò alquanto l’antica maniera, tenendosi sempre in su ’l fare di Cimabue: e lasciato Apollonio, o pur lasciato da lui, o per morte, o per suo ritorno a Venezia, cominciò a operar da sè, e condusse di mupure saico la gran figura del Cristo alta sette braccia, che fino a oggi benissimo conservata si vede in essa tribuna di S. Giovanni, in quella parte ch’è sopra l’altar maggiore, della qual opera ricevette gran lode, e stima. In questo luogo mi conviene correggere il detto d’un moderno scrittore1, che parlando di questa figura, dice così:

Fece poi egli solo il Cristo d’altezza di sette braccia, che è sopra la cappella maggiore, nella qual opera fece quel magnifico spropositone, d’effigiargli una mano

  1. Gio. Battista Cinelli.