![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
24 | la quarta dimensione o l’iperspazio |
Ciò non toglie che contemporaneamente la retina attuale possa continuare nelle sue funzioni per rispetto al proprio occhio registrando soltanto le proiezioni superficiali.
Noi siamo così guidati alla ricerca di un senso, quello di una particolare chiaroveggenza, senso che non è cosa temeraria il pensare debba aver sede in un organo distinto da quello attuale della vista.
L’uomo non è in questo momento come era al suo apparire sulla terra; l’evoluzione ha gradatamente modificata in meglio la sua natura, laonde l’aspirazione all’acquisto di altri sensi ed il perfezionamento degli attuali è ragionevole, tanto più quando un tale desiderio può ricevere giustificazione.
E la riceve dalla conoscenza di persone sensibili a vibrazioni di luce di cui non tutti s’accorgono. I teosofi ben sanno come non sia impossibile vedere l’aura umana, quell’aura che già è studiata scientificamente col qualificativo generico di radiazione umana[1].
Ma ciò si può riferire al perfezionamento dell’attuale senso comune della vista, mentre, spingendoci più oltre nella ricerca, sappiamo che risiede nell’encefalo la glandola pineale, sede dell’anima secondo Cartesio, ma di cui l’antropologia non conosce l’ufficio, torse destinata a convertirsi in organo della chiaroveggenza in quel modo che l’umanità sospira ed incomincia ad intuire[2].
⁂
Non sarà certo da una semplice lettura che si potrà trarre il convincimento a cui giunsero ormai filosofi e matematici, circa l’utilità di estendere le proprie indagini all’iperspazio. Troppi fatti però si presentano chiedendo di essere esaminati; il respingerli, perchè i nostri sensi e la nostra conoscenza non li può distinguere dalle allucinazioni, ovvero negarli a priori, costituisce la vera bancarotta della scienza. Quando si pensi agli ostacoli sempre incontrati dalla presentazione non solo delle idee nuove,
- ↑ Reichenbach. — «I fenomeni odici».
Baraduc. — «L’anima umana, i suoi movimenti, le sue luci, ecc.». - ↑ H P. B. Blavatsky. — «La dottrina segreta»; Vol. II, Stanza X.