Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/101

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sono. Per questo qm venuta sono a mani f·estarti il mio disire, a ciò che una de le çlue cose ne segua, .cioè o che io viva tua o ch’ io mora. N e la tua mano adunque sta la vita e la morte mia. E dicendo questo lasciò cader un nembo di lacrime, e da’ singhiozzi impedita si tacque. Mentre che la donna parlò, il marchese stette cheto ad udirla e mille e mille pensieri tra sé fece. Egli la vedeva piu vaga che mai, e il dolore in lei accresceva belta e grazia, di modo che veggendola disposta a far tutto quello .che egli comandarebbe, si senti destar il concupiscibile appetito, che gli p·ersuadeva che egli, compiacendole, di lei prendesse amoroso piacere e con buona risposta e ordine d’esser insieme la mandasse consolata. Ma piu in lui puoté la ragione che il senso. Onde, poi che vide che impedita dal piangere nulla piu diceva, in questo modo le rese la risposta: - Non poco, signora ’ Lionora, del tuo venir a parlar meco meravigliato mi sono, e quanto piu sovr’a ci p·enso piu me ne maraviglio e a pena, quantunque qui ti veggia, il credo, avendo risguardo al contegno che tanti anni !rigidamente meco usasti. Quello che io per il passato- feci, essendo fieramente di te innamorato, non accade che mi sia ricordato, perciò che di continovo come in un lucidissimo specchio lo veggio molto chiaro e meco stesso di me mi vergogno. E se io alora per te arsi ·ed alsi e se sovente -fui vicino a la morte, sanlo questi dui occhi miei che in quel tempo avevano preso qualita di due fontane. Ma ne J)UÒ anco esser testimonio tutta la citta di Napoli, che le mie ardentissime voglie e le gelate paure tante volte vide. Il premio al mio servir si lungo, si penace, si costante e sí fedele, come tu con verita hai detto, fu niente. Né io questo attribuii ad ingratitudine che in te fosse, non a durezza o crudelta, anzi portai s·empre ferma openione che a’ colpi d’amore ti dimostrassi rubella per conservar senza m acchia il pregio de la tua invitta onesta. Il che, poi che io chiaramente m’avvidi affaticarmi invano, ho io sommamente commendato, e dove di te s’è parlato, accusando molti la tua durezza, io sempre con v ere lodi t’ ho celebrata come una de le piu ca_ste e J)udi che donne del mondo. Che novamente mò, per le lodi che il signor tuo marito di me predica, t u ti sia