Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/121

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NOVELLA XXIV IIS fa un bellissimo vedere e par.e che senza dubio raddoppi le sue bellezze, e tiene in sé un certo non so che di galante che le da mirabilmente in tutti gli atti suoi grazia. Potevano esser ci·rca otto o dieci giorni che la donna s’era scarcata del peso del parto, quando il signor del castello, con molti altri in camera ragionando di varie cose come in tal brigata si suole, disse a la moglie: - Donna, questa notte che viene io voglio venirmi a giacer con voi. La don11a, che forse altre volte aveva sentito dire che si deverebbe star quaranta giorni prima che il marito dopo il .pa·rto si giacesse con la moglie, si mostrò alquanto schifevole e ritrosa di questa voglia del marito, e pareva che molto mal volentieri in questo gli compiacesse. Il barone che desiderava giacersi con lei, rivolto al frate, disse: - Padre, voi che avete studiato a Parigi e tant·e v_olt_e predicato, che dite voi di questo caso? parvi egli che io commetta peccato a giacermi con mia moglie questa notte che viene.? Tiiteci il parer vostro, perciò che a quello ci atterremo. Era il frate assai dottrinato ed instrutto ne le cose de la Sacra Scrittura cosi del vecchio come del nuovo Testamento, e se ben mi ricordo, egli era dottor parigino, onde alquanto in se stesso ristretto, non dopo molto cosi disse : - Monsignor.e, se la vostra donna par che alquanto ~ sia renitente a quello che ora le ricercate, ne devete sommamente lodare e ringraziar nostro signor Iddio che si fatta moglie v’abbia conoesso, ché in vero sono a’ nostri tempi rare, perché ciò che ella fa procede da conscienza timorata =e che a modo alcuno non vorrebbe far cosa che offendesse in un minimo punto la maesta divina. Cosi fossero ~Ile oggidi tutte le donne, ché il &e.- colo nostro sarebbe piu onesto e lodato di quello che è. Ma io non voglio a la presenza sua lodarla, ché conosco ch’ io le farei dispiacer grandissimo, e di gia veggio che · comincia ad arrossire. Ben mi giova credere, e so che non m’ inganno, che subito che conosoera ciò che voi volete fare non esser peccato, vi compiacerci molto volentieri. E Tivolto a la donna le disse: - Non sète voi, madama, sempre pronta ad ubidire a monsignore in quello che sète debitrice di fare? - La donna disse di si. Or sia con Dio - rispose il frate. Devete