Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/139

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portata la pena che meritava e gli altri fossero rrestati vivi, o che almeno il cavaliero l’avesse di quella maniera concio che in Bergamasca il famoso a quei tempi capitano Bartolomeo Coleoni di sua mano conciò un prete. Io vi ho lungo tempo tenuto in ragionamento di cosa dispiacevole che impossibil è che si racconti senza com,passione. Ma volendo io narrar il caso com’era successo, non poteva altrimenti fare che per simil camino non vi conducessi. Ed ancor che a me stesso dispiacesse l’andarmi tanto ravvolgendo in materia cosi lagrimosa, nondimeno considerando il profitto che tutti ne potranno cavare, ho narrato questa istoria molto piu volentieri che qualche altra che ho per le mani , per la quale forse vi averei fatto ridere senza altro male. Debbiam o adunque tutti far ogni sforzo a noi possibile, a fine che non lasciamo dentro a’ nostri petti radicare queste cosi ardenti concupiscibili passioni e tanto sfrenate, perciò che il piu de le volte se mandano altamente le radici entro a’ nostri frag ili cori , ne inducano poi a mille disordini e di maniera ci avviluppan o il cerv ello , che non mezzanamente convien che ci a ff atichiamo se vogliamo in noi ripigliar il freno dei nostri mal regolati desidèri. Perciò se farete per mio conseglio, tutti i pensier vostri e tutte le voglie fermerete a la caviglia de la ragione ; il che facendo , n on ci sara periglio che l’appetito vi trasporti a far op era veruna meno . che lodata. Debbiamo anco con giudi zio so occhio int ernamente mirare con chi pratichiamo e di chi ci fi diamo, tenendo per vero e fermo il volgar proverbio : che n on è ingannato se non chi si fida. Ma chi è saggio sa ottimam ente far elezi one di quella persona de la quale egli fida ·r s i deve.