Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/145

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Or vedete se questo pestifero morbo è fuor d’ogni misura penetrativo e crudele e se acceca in tutto col suo veleno il core ove egli può penetrare, ché il misero geloso sofferirebbe piu tosto di veder la sua amata esser mendica e andar d’uscio in uscio cercando il pane per vivere, che vederla fatta reina col favor e mezzo del suo riv~le. Non vi par egli che questo sia un bello e buon amoTe? Da questo disordinatissimo volere misurate tutto il resto. Insomma egli è tale l’amor del geloso che ei non vorrebbe che la sua donna piacesse a nessuna persona del mondo eccetto a lui solo, e non può patire che parli con altri, che .rida, che scherzi e che mai si prenda piacer alcuno se non con esso lui. Credete voi che egli ami quelle vertU e quelle doti che sono in lei , per le quali esso la sente a questi e a quelli lodare , commendare e celebrare, non essendo egli buono a far nessuna di queste opere ? Certamente ei punto non le vede né ode volentieri, e meno l’ama, anzi odia, e vorria che da tutti fosse sprezzata e fuggita come il morbo. Cotali adunque sono gli effetti che genera la .gelosia. M .a per il contrario il vero e perfetto amore cria ne la mente de l’amante questo generoso e lodevol de siderio e v e lo nudrisce tuttavia, perché egli brama che la sua donna sia da tutti lodata, riverita, celebrata e stimata la piu bella, leggiadra, vertuosa e costumata donna del mondo. Avete anco a sapere che dove è il compito e da ogni banda perfetto amore, v’ è anco una ben salda e ben fondata speme che, di continovo viva e verde, discaccia e rompe ogni téma, perché la perfetta carita manda il t imor fuori e mai non gli lascia far radice né che in modo alcuno possa germogliare. Per questo il vero amante gode, giubila e trionfa quando ode che altri la donna sua magnifica ed essalta, ed egli stesso va cercando i lodatori che la celebrino e la levino con gli scritti loro sovra le stelle. Si può adunque ragionevolmente conchiudere e con la chiara verita in mano affermare che il piu fie r o, crudele, inumano e barbaro nemico non farebbe peggio ad una donna di quello che fac es se un geloso, il qual e, se possibil fosse , vorrebbe veder l’amata sua ne l’abbisso d’ogni calami ta e miseria e da ciascuno a morte odiata, a ciò che ella a lui solo