Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/169

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NOVELLA XXVII l’ innamorata giovane tutta si rallegrò, ~e m.ille, e mille fiate basciata la vecchia, quella affettuosamente pregò che senza dar indugi o a la cosa si mettesse ad ordine d’es.seguirla. Ma parliamo un poco d’Aleramo, il quale non meno d’Adelasia amava, anzi ardeva, anzi pur impazziva. Poi che s’accorse a m anifestissimi se gni che era da la giovane in amor ricambiato, egli a:>iu in poter di lei viveva che nel suo, ed altrove non sapeva, non poteva ed anco non voleva rivolger i suoi pensieri. Onde un di ritiratosi in camera tutto solo e a lo stato ove si trovava pensando, cosi fra sé a dir cominciò: - Tu hai pure, Aleramo, tante volte udito raccontar.e e per te stesso letto che cosa è amore, e sai che a la fine poco di buono in lui si ritrova. Non sai ch’altro non è amore che lungo pianto e breve riso, piac-er picciolo e doglia grandissima? Sempre muore e mai non finisce di morire colui che ad amore si fa soggetto. E pur convien ch’ io ami. Questa è una passione che tutto il mondo sente. Quanti imperadori, duci, marchesi e signori e quanti valorosi capitani sono stati servi d’amore? Giulio Cesare vinse tanti re, popoli, esserciti e capitani, e Cleopatra vinse lui. Augusto, innamorato di Livia, quella al marito tolse. Nerone fiero e crudelissimo sottomise le spalle ad amore. Marco, si saggio, si dotto e si da bene, come fu trattato da Faustina? Marco Antonio in Egitto che fece egli per amor di Cleopatra? Ercole, che purgò il mondo di tanti mostri, per amore di Iole sostenne con la conocchia a’ fianchi filare . Il forte Achille contra amore si trovò debolissimo. Ma che vo io raccontando costoro che amarono, se infiniti sono? E perché crediamo noi che i divini poeti, che il vero sotto fizzioni sogliano nascondere, abbiano cantato gli amori di Giove, di Febo, di Marte e degli altri loro dèi, se non per darne ad intendere che il poter d’amore è potentissimo e la sua forza è inespugnabile? Chi non è uomo non ama. Io perciò, che uomo sono, amo senza fine la bella e leggiadra Adelasia. E chi vorra dire che io mal faccia ad amar la figliuola del mio ~ignare, mostrera esser molto poco pratico de le forze d’amore. Ben che ella sia figliuola d’imperadore, il padre suo ed il miei vengono perciò tutti del legnaggio nostro di Sassonia. Ma amor non guarda a