Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/21

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di prima a disprezzarlo e dir non solamente mal di lui, ma vituperar disonestamente tutta la nazion genovese. A cosi enorme vituperio, non potendo piu Meguolo sopportar l’ insolenzia de l’effeminato giovine, gli di,sse ch’ei mentiva e cacciò mano ad una daga che a lato aveva; ma dai circonstanti fu tenuto e in quello il giovine gli diede un buffettòne e subito si ritirò. Di questo a tto molto adiratosi Meguolo cosi contra chi l’aveva ingiuriato come cont ra gli altri cortegiani che impedit o l’ avevano, essendo uomo molto geloso de l’onor suo e dotato di grandezza e generosita d’animo, deliberò non lasciar questa tanta offesa senza vendetta. E considerato i grandi oblighi che a l’ imperador aveva, andò a parlargli. E narratoli il caso ·Come era successo, lo supplicò che degnasse concedergli che a singolar battaglia potesse f ar conoscer al giovine che senza superchieria non er:a buono per avvicinarsegli a batterlo; che poi, come sperava, castigato quello, era per combatter tutti gli altri ad uno per uno. L’ imperadore che amava piu che gli occhi suoi il giovine e chiaramente conosceva che ne lo steccato aver ebbe voltato le schiene, si sforzò con parole assai mitigar l’ ira di Meguolo •ed a modo nessuno non gli volle dar licenza di combattere. Sdegnatosi fieramente il n ostro genovese, e veggendo che l’ imperador non faceva contra il giovine dimostrazi one alcuna, anzi che lo mandava quando u sciva del castello con molti soldati accompagnato, cominciò a dar ordine a le cose sue e levar tutte le robe che ne l’ imperio di Trebisonda aveva ed il tutto ridurre a Genova. E non veggendo modo alcuno, per la ·solenne guardia che i nemici suoi facevano, di poter prender vendetta di nessun di loro, e cadutogli in ment e di che maniera deveva governar si , parlato a l’ imperadore senza mostrar segno de lo sdegno che ne l’animo aveva., allegando alcune sue ragioni gli chiese licenza di rit ornar a riveder la patria per qualche tempo. L’ imperadore che altro non ricercava che la salvezza del suo Ganimede, e tuttavia gli pareva vederselo a brano a brano da Meguolo smembrare innanzi agli occhi, gli diede graziosamente licenza usandogli molte buone parole, perciò che in effetto egli amava Meguolo, ma troppo piu aveva caro il giovine cortegiano. Montò in nave