Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/256

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PARTE SECONDA domandò se senza impedir i nostri ragionamenti, poteva esser de la nostra brigata. Tutti gli rispondemmo che fosse il ben venuto e che era co me il zucchero che vivanda non guasta g ii mai. V enne e ci salutò, e da noi risalutato s’assise. E domandandone che ragionamenti e rano i nostri, messer Gian Battista Rinucci, che ci narrava la novella di Lodovico fiorentino e di madonna Beatrice moglie d’ Egano dei Galluzzi da Bologna, gli rispose che narrava la tal novella e, se voleva, ch e da cap o la ricominciarebbe. No no - soggiunse egli; - seguitate pur ove voi il parlar vostro tralasciat o avete, perché credo che molti eh~ qui sono l’abbiano udita raccontare o letta, e per aventura ci può esser chi non la sa: a quelli f orse rincrescere~be il replièare ed a questi bastera. una volta udirla. Era quasi al fine messer Gian Battista del suo novellar e, onde quella in poco d’or a fini. Si cominciò tra gli ascoltanti da alcuni a dire che gran cosa pareva loro che un g enti luomo, come era Lodovico, si fosse messo per servidore d’un al tro suo pari o forse anco da meno, altri dicevano che non è gran cosa, se si considera quanto potente sia la forza d e l’amore quando egli è abbarbicato in un cor nobile e generoso. E su questo si dissero assai parole secondo la varieta de l’openioni di coloro che ragionavano so v ra questa materia. E andando la disputa in lungo, Vespasiano a questo proposito ci n arrò una piacevo! novella, la quale essendom i molto piacciuta, com e io fui a l’albergo, fu da me scritta e con l’altre mi e novelle messa in un coffano. Ora avendomi fatto veni’I’ d’Italia alcuni forzieri di mie robe con quella parte de le mie composizioni cosi latine come volgari, in v.erso e in prosa, che mi rimasero quando gli spagnuoli in Milano la mia stanza svaligiarono, e che ogni cosa andò a sacco e queste da un ami~o mio furono salvate, deliberai riveder quelle novelle che ci erano. Cosi venutami a le mani quella che Vespasiano alora narrò, feci pensiero che al nome vostro fosse intitolata, il che alora misi in essecuzione , ponendole il nome vostro ne la fronte come a tutte l’altre faccio. Per lettere poi de la signora Auriga Gambara gia moglie de l’ illustre signor Pietro Fregoso di Novi, ho veduto che voi vi s.ète meravigliato che io non