Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/267

Da Wikisource.

NOVELLA XXXVI pure, veggendo la mia servitu esser mo.lto grata a Lattanzio, discoprirgli un di i fatti miei e indurlo ad aver di me pieta; ma ora ogni mia speranza è ita al vento, conoscendolo si fieramente invaghito di costei, che tutto il giorno e la notte in altro mai non pensa né d’altro ragiona gia mai. Lassa me! se mio padre venisse e sapesse quello che ho fatto, che sarebbe de la vita mia? Egli m’anciderebbe certamente, e non mi valeria scusa alcuna. Mamma mia cara, aiutami, aiutami per Dio, cara mia mamma! - E questo dicendo, piangeva dirottamente. La Pippa che l’amava piu che propria figliuola, commossa dal pianto di quella, cominciò anco ella a lagrimare. Ma rasciugati gli occhi le disse: - Vedi, figliuola: tu sai quello che tante volte ti ho detto circa questo tuo amore, e mai non m’ hai voluto prestar fede . A me parrebbe, e certo questo è il meglio, che tu rimanessi qui ed io ti ·rimenerò al monastero fin che tuo padre venga, e adatterò in modo la cosa che il tutto stara bene. Ché se mai si sapesse che tu vestita da uomo avessi servito Lattanzio e in camera sua tante notti dormito, che pensi tu ciò che si favoleggiasse de’ fatti tuoi? Io t’assicuro che mai non trovaresti marito. Ed anco-r che t u mi giuri che nessuno t’abbia per donna riconosciuta, io non te lo credo. Tu puoi ben dire ciò che tu vuoi, che io crederò ciò che a me pare che ragionevolmente si debbia credere. Io so bene ciò che questi padroni giovini usano di far ai paggi loro. Si che a me piaceria che tu ti levassi questo capriccio di capo e attendessi ad altro. Oramai tuo padre n.on può tardar molto che non venga, ed io non vorrei per tutto l’oro del mondo - egli venga quando voglia - che di queste favole sapesse cosa alcuna: ché guai a te e a me! Se tu vedi che Lattanzio è disposto di voler Catella ed ogni di tocchi con mano quanto egli è di lei invaghito, a che affaticarti invano? perché vuoi tu metter la vita e l’onore a tanto rischio, se frutto alcuno non sei per averne? Tutte le fatiche ricercano guiderdone ed è pazzia durar fatica indarno, massimamente ove tanto di danno possa seguire. E tu che •ricompensa aspetti di tanta servirtu? Tu aspetti eterna infamia non solamente di te stessa ma di tutta la casa tua e, che non è da esser poco