Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/312

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PARTE SECONDA con le quali quando eravamo nel paese de la Piccardia l’essercito vostro con tanta concOTdia governavate, che essendo di varie e diverse genti raunato, mai non vi fu una minima discordia, non siano piu in voi; né vi siano piu quelle astuzie militari, che tanto onore gia vi fecero e tanto profitto quanto si sa vi recarono. E che del tutto il peggio mi pare, è che voi conoscete l’errar vostro e di bocca propria lo confessate, e nondimeno emendarlo non volete, anzi al fallo e peccato che è in voi t andate ’ricercando di por un velo ed una apparenza d’onesta, e ritrovarla non sapete. Io, sire, amorevolmente vi ricordo che grandissima gloria acquistaste vincendo il re Filippo in mare, e tanta e ’Si numerosa sua armata, che quattrocento vele aveva, rompendo e dissipando, e mettendo l’assedio sugli occhi suoi a Tornai, citta si famosa, i cui popoli furono gia di tanta stima e chiamati anticamente Nervi. Né minor gloria vi fu vincendolo a Creci presso di Abevilla, ove dal canto di Francia mori il re di Boemia venuto in soccorso di Filippo, e molti baroni che lungo sarebbe a nome per nome raccontare vi morirono. Assai anco vi s’accrebbe d’onore per la presa di Cales e d’infinite altre imprese che fatte avete. Ma io vi dico, sire, che molto maggiore e piu glorioso trionfo conseguirete vincendo voi medesimo, perciò che questa è la vera vittoria e che piu d’onore apporta. Poco valse al magno Alessandro aver vinto tante provincie e debellati cotanti esserciti, e poi lasciarsi vincere e .s oggiogare da le propTie sue passioni ; il che minore assai di Filippo suo padre lo fece, che a par del figliuolo tanti regni acquistati non aveva. Si che , signor mio, vincete questo folle appetito e non vogliate con cosi disonesto atto ciò che gloriosamente acquistato avete perdere e si brutta macchia porre ne la limpidezza de la gloria vostra. Non crediate gia che io tanto ve ne dica perché non voglia quanto promesso v’ho d’essequire, ché intendo pienamente di farlo; ma de l’onor vostro assai piu geloso essendo divenuto che voi _non sète né del vostTo né del mio , quello vi avviso e vi ricordo che mi par esser pt"Ofittevole ed onore di voi. E se a voi stesso di voi non cale, a cui per Dio ne devera calere? chi prendera cura dei casi vostri, se · voi