Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/320

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il re ed io ve ne averemmo da piú tenuto e stimato, e il mondo, che la cagione intesa de la mia morte avesse, eternamente con verissime lodi vi averia levato al cielo . Si che, per ultimar questi parlari che senza mio grandissimo sdegno esser non ponno e la cui rimembranza sempre mi sara di fierissimo cordoglio cagione, questa è l’ultima e ferma mia risoluzione con maturo trascorso fatta, la quale terrete per verissima come il vangelo : che io piu presta sono a lasciarmi uccidere e patir ogni supplizio e qual si possa pensar tormento, che mai consentire a cosa disonesta. E se per forza il re vorra di me prendersi amorosamente trastullo, io farò bene che le sue e tutte l’altrui forze vane saranno, tenendo sempre ne la memoria che un bel morire tutta la passata vita onora. Conobbe i’l padre per la saggia e magnanima risposta de la figliuola il valore e la grandezza de l’animo che in lei erano, e tra sé le diede molte lodi e la benedi, assai da piu tenendola che prima non faceva. E parendogli d’aver parlato piú largamente ed assai piu che non era convenevole ad un padre di .parlar a la figliuola, altro per alora dirle non volle; ma si levò da sedere e quella lasciò andar a far suoi bisogni. Pensato poi e pur assai tra sè considerato ciò che al re risponder devesse, a corte se n’andò e a lui disse: - Sire, non volendo io mancar di quanto v’ ho promesso, vi giuro per quella fede che a Dio e a voi debbo, che io , giunto a casa, domandai Aelips in camera mia e le esposi la volonta vostra, essortandola a ,• disporsi a compiacervi. Ma ella risolutissimamente, dopo molti ragionamenti fatti, m’ ha risposto che prima è deliberata morire che mai cosa alcu.na disonesta commettere. Né altro n’ ho io potuto cavare. Sapete che vi dissi che pregar la poteva, ma non gia sforzar>la; onde avendo essequito ciò che da voi imposto mi fu ed io m’ubligai di fare , come veramente ho fatto, con vostra buona grazia me n’anderò a far alcune mie bisogne a le mie castella. Il re, concedendogli che se n’andasse, restò tutto fuor di sé, varie cose ne la mente ravvolgendo. Parti il conte di cort~ e il giorno seguente con i figliuoli suoi maschi se n’andò al suo contado, lasciando in Londra con parte de la famiglia la moglie e la figliuola. Egli si pensò senza venir in disgrazia del