Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/324

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PARTE SECONDA venuto a tale che con qualunque persona ragwnava, altro non faceva che cicalare de la durezza de la sua donna, pregando ciascuno che di conseglio ed aita gli sovvenisse. Io son sforzato far un poco di digressione e dir due parole che OTa mi sovvengono. Se quei cortegiani che col re parlavano fossero stati veri uomini di corte, sarebbonsi sforzati di consegliar il lor re che da si folle e vano amore si fosse ritirato, e con si utile conseglio insiememente l’averebbero aitato. Furono gia i cortegiani leali e costumati uomini e pieni di , curtesia e d’ogni vertu dotati. Ma quelli che cortegiani oggidi si chiamano - io parlo dei tristi e non dei buoni - nessun’altra cosa hanno di corte se non che in corte vivono, e pur che di vestimenti si mostrino piu degli altri in ordine e politi, par loro esser i primi uomini del mondo. Ché dove i veri e buoni cortegiani gia si dilettavano de l’essercizio de l’arme, di quello de le lettere e de le altre vertU, e tutto il tempo spender in cortesie ed in por pace tra’ nemici e metter concordia tra i discordanti, facendo unire i disuniti; questi tutto il contrario fanno, e pur che facciano il << milite glorioso » con chi -puote meno di loro, gli par esser grandi TambeTlani. Se i buoni cortegiani con l’essercizio si facevano agili, destri e prodi cavalieri, questi di cui io parlo, non d’essere, ma apparere con bella spada a lato si curano, tenendo piu conto che si dica che vagliano assai, che valere. Esser letterati stimano quasi vergogna e dicono che lo studiare ed impallidiTe sui libri è cosa da dottori, preti e frati. Nondimeno sono cosi sfacciati e temerari che se si ritrovano ove tra elevati ingegni si contrasti d’alcuna curiosa materia, cosi de le dottrine umane come ~e le divine, eglino, che pur vorrebbero apparer dotti, presentuosamente sono i primi con il lor sputar tondo a voler decidere il tutto, di modo che spesse volte dicono le maggior pappolate e le piu inette ciancie che mai si sentissero, e vogliono che solamente a l’autorita del nome loro si creda, come se fossero Aristoteli e Platani. Quello poi che non cape loro ne l’ ignorante ceT vello, come impossibil cosa, sentir non vogliono. Cortesi sono di parole, ma gli effetti ritroverai tutti contrari al dire, perciò che largamente ti prometteranno favorir le cose tue appo il signore e nulla ne faranno,