Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/326

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Non voglio poi parlar di quei falconi da cucina, che per altro ne le corti non si ripa-rano se non per seder a le ricche e grasse mense dei signori, non essendo buoni a far cosa alcuna, se non divorar ciò che ai prodi cavali eri e piu vertuosi di loro si C’Jnverrebbe. Almeno fossero per buffoni e parasiti nomati e non s’arrogassero nome di gentiluomo, facendo cosi poco onore a la civilta e gentilezza. E quantunque tutti quelli che soUo lo stenda·rdo de la cortegianeria voglion esser pl)sti e poi da veri cortegiani non vivono, debbiano senza fine esser biasimati e la conversazion loro da tutti i buoni fuggita, nondimeno altrettanto biasimo mi pare che mertino i lor signori, che di tal maniera vivono che non vogliono che la verita si dica, anzi tengono coloro per belli e buoni che mai non gli contradicono. Questi tali poi son quelli che il tutto consegliano e dispongono con le lor aperte e false adulazioni, onde è nasciuto quel motto che alcuni usano dire: che « chi non sa adulare non può in corte sta·re ». E nondimeno non è la maggior peste né il piu mortifero veleno in una corte de l’adulazione. Non mi piace né anco che un cortegiano, per grande che sia, debbia mai presumer di riprender il prence in publico ed a la presenza d’altri garrirlo. Bene affermo che ogni fedel servidore, se vede il suo signOT esser in errore, deve con destrezza e riverenza, pigliato il tempo opportuno , ammonirlo e con dolce e bel modo farlo capace del vero. O quanto sarebbero piu felici e fortunati i prencipi, se avess ero chi loro liberamente mostrasse, di molte cose che fanno, il danno che ne segue, l’openione che ha il popolo di loro, ciò che si orom oreggia di quelli che il pessimo governo di molti ministri, che altro non curano che rubar il fisco e convertir il tutto in uso proprio. Se i prencipi queste cose intendessero, i lor domini sarebbero eccellentemente governati. Non è gia da dubitare che il signor e salvator nostro Giesu C-risto sapesse tutto ciò ch e di lui i popoli dicev ano , perché sapeva minutamente il tutto e niente gliene fu né mai sara occulto, è tuttavia egli non si sdegnò interrogar i suoi discepoli che cosa dicevano gli uomini di lui. E perché credete voi che egli facesse si fatta domanda? Non pe r altro, essendo ogni azion sua nostro documento~ il fece egli ,