Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/340

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asciutte. E sospesi d’animo, aspettavano di veder che cosa fosse • questa, e non si potendo a modo veruno imaginare il vero di cotal meraviglioso spettacolo, tacevano. Era gia fermata la porta del camerino, e queUi che in camera restarono aspettavano d’ intender a qual fine chiamati fossero. Il re aveva pensato a la presenza di tutti far ciò che poi fece; ma cangiato d’openione, non volle altri testimoni che quelli del came rino. Quivi egli puntalmente narrò tutta l’ istoria del suo amore e ciò che con Aelips alora gli era successo; e commendata senza fine la divina onesta ed animo costante di quella e l’ invitta fermezza del casto di lei proponimento mai a pieno non lodato, e quella con parole essaltata sovra quante mai pudiche furono, a lei rivolto con lieto viso, umanamente disse: - Madama Aelips, quando a voi piaccia tormi 1per vostro legittimo sposo, io sono qui presto per sposarvi per mia vera e legitima moglie. In questo caso né a voi né a me bisogna conseglio né instruzione de l’ importanza de la cosa, perciò che voi per isperienza g ia sapete che vincolo e nodo sia ad una donna l’aver marito, essendo stata maritata, ed io altresi so che peso è trovat1si moglie a lato quando la donna è fastidiosa. Ma sia come si voglia: se voi volete me, ed io voglio voi. La giovane, di contentezza infinita e di gioiosa meraviglia -ripiena, non sapeva formar parola. La contessa, cosi insperata ed alta novella sentendo, tutta gongolava e quasi era per risponder in vece de la figliuola e dir di si, quando il re un’altra fiata quelle stesse parole ad Aelips replicò. Ella alora fatto un riverente inchino, _veggendo il re parlar sul saldo, modestamente ri pose che di lui era serva, e che quantunque si conoscesse non dever sperar e né presumere d’aver un re pe r marito, che nondimeno volendo egli cosi, ella era pronta ad ubidire. E voi, monsignor di Eborace- soggiunse il re, -dite le consuete paroie che s’usano negli sposalizi. Onde a l’ interrogazione del prelato dicendo tutti dui di si , il re, cavatosi un prezioso anello di dito, con quello ’la sua cara Aelips sposò e, basciatala amorosamente, le disse: - Madama, voi sète reina d’ Inghilterra, ed io per ora vi dono di provigione ogni anno trenta mila angelotti e questo coffan~ che qui è, pieno d’oro