Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/368

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PARTE SECONDA ma se pur Cinzia vorra niente da me, ella lo mi dira, potendo a suo piacer, ogni volta che vuole, comodamente parlar meco senza interprete. La falsa balia, che il tutto aveva ordito di sua fan·· tasia senza saputa di Cinzia, non volle per questo primo tratto entrar piu avanti, avendo trovato il terreno troppo dur<?; ma pigliata poi l’opportunita, una sera che essa Cinzia si spogliava per cercarsi e che Camillo quella notte non ci deve va essere, dopo alcune favole, l’entrò su ragionamenti amorosi e d’uno in altro parlar travarcando le disse: - Io so , padrona mia, per certo che Giulio v’ama piu che l’anima propria e grandemente brama ch e voi li comandiate, perché sempre lo trovarete pre ~ tissimo a se-r virvi. Bene - disse Cinzia. Io so molto bene ch’egli di core m’ama per rispetto di Camillo, ed io altresi amo lui come se mi fosse fratello. Non dico - rispose la balia - a questa guisa, ma dico ch ’egli v’ama di quell’amore che generalmente gli uomini portano a le donne per giacersi con loro. Cosi Giulio ama voi per goder questa vostra persona, e gia me n ’ ha d et to al quante parole e di piu pregatami ch’ io volessi esser mezzana ad indurvi a compiacergli, ogni volta che la comodita ci sia, la quale sempre ci sara che voi vorrete. Questo non credo io - rispose Cinzia, perché non istimo Giulio cosi sleale e di poco c·ervello che volesse far questa ingiu-ria tanto enorme a Camillo. Io non so tante istorie - disse la disonesta balia, ma so bene che egli è innamorato di voi e che volentieri si giacerebbe amorosamente con voi per potervi a piacer suo tenervi in braccio e godervi. E voi sète una pazza se non lo fate. E che diavolo pensate voi di fare? Egli è giovine e di core v’ama, e sempre vi restera servidore: perché dunque non devete compiacergli ? Sète voi si melensa e sciocca ch e pensate che Camillo resti content o di voi sola e dei vostri baci ed abbracciamenti amorosi ? A la fé di Dio che voi sète errata se questa co s a credete. Io so ben, io , la vita che tiene e ciò che si fa. Egli ogni di va procacciando nuove pratiche e non è mai contento d’una o due. E quando non h a dove a suo modo andar e e che le date poste gli mancano, se ne viene qui ad asso fermo. Ma sète voi si ceca che non ve ne avveggiate? In fé di Dio che gli orbi se n’avvederebber o ! Se egli