Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/398

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fatto fede, che tu voglia per cortesia tua avergli in protezione~ e ciò che a me far deveresti, far a loro, che se da te si troveranno abbandonati, non so come potranno sostentare la sconso lata e misera vita loro. Io te gli raccomando pur assai. -Egli mi pare- disse alora Camillo sorridendo -che tu sia per navigare a l’ isole del mondo nuovo e mai piu non debbi ritornar in queste nostre contrade. Che cosa è questa? ove vuoi tu andare? Se tu vuoi far testamento, fa’ ch’ io t’ intenda, perché manderò a chiamar ser Cristoforo, che sai che è notaio famosissimo, e noi altri saremo testimoni. Or_su, vuoi tu ch’ io mandi per esso lui ? - Io son povera giovane - rispose Cinzia .e non ho faculta né possessioni da far testamento, e tutti questi mobili che qui in ca sa sono, sai bene che non sono miei, avendogli tu mandati qui per fornirmi la casa. E secondo che t’è venuto voglia d’abbandonarmi e rompermi la fede tante volte a me con sagramenti affermata, che gia mai non mi lasciaresti, che so io se queste robe a mio padre e a mia madre lasci erai? Si che io non ho da far testamento, ma bene lascerò che tutto il mondo conosca come a torto abbandonata da te sono, e veggia insiememente l’aspra e fiera t ua crudelta e la poca fede, ché sai bene, Camillo, senza che piú te lo replichi, quanto altamente mancato mi sei. Ricordati, ricordati di ciò che tante volte detto, promesso e giUTato m’hai. Io v·eggio bene e tocco con mano che il vento ne portava le tue parole. Iddio è di sopra e in lui spero che , per esser giusto giudice e che non lascia nessun b en e irremunerato e nessun male impunito , fara le mie vendette, e conoscerai a la fin e che tu cagione non avev i di trattarmi di questa maniera. Ma alora il pentimento tuo né a te né a me rechera punto di giovamento. Tuttavia tu averai sempre intorno al core questo rodente e mordace verme che di continovo ti affiiggera, e sempre innanzi agli occhi de la mente ti rappresenterei questa crudel ta che ora senza mia colpa m’usi , non l’avendo io meritata gia mai. Perdonatemi vo i, miei amici che qui sète, se · io dicessi cosa alcuna che vi r ecass e noia, e perdonate a la mia insopportabile e giusta passione. Io vorrei ora che tutte le incaute e semplici donne fossero qui presenti , perché io darei loro un conseglio che per me non