Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/432

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PARTE SECONDA si può gustare. Deveva quello istesso giorno Gerardo arrivare al · Lito presso a Vinegia con la sua galera, il quale aveva compito il suo viaggio tanto felicemente che piu non averia saputo desiderare, ritornando ricchissimo. È lodevole usanza a Vinegia ogni volta che navi o galee tornano dái lor lunghi viaggi, e massimamente quando onoratamente vengono ispediti, che gli amici e parenti vanno loro incontro a ricevergli e rallegrarsi che con buona e prospera fortuna siano tornati. Andarono adunque giovini ed altri cittadini assai a ricevere con allegrezza il vegnente Gerardo, il quale sovra ogni altro lieto veniva, non tanto perché ritornasse ricco e ben ispedito, quanto che sperava rivedere la sua carissima e da lui sovra ogni altra cosa amata e desiderata consorte. Ma il misero non sapeva che in quell’ora che egli al Lito giungeva, che a quella si dava sepoltura. Cosi si vede quanto i nostri pen$ieri s’ ingannino. Arrivando adunque al Lito tra l’una e la mezz’ora di notte, in quel tempo a punto che le funebri essequie de l’infelice Elena si terminavano, videro da !unge il chiaro splendore che gli accesi torchi rendevano. Vi fur di quelli che da Barutti tornavano; i quali domanda:rono a chi loro incontro erano venuti, che volesser dire tanti lumi a quell’ora. Erano trq. questi molti giovini, i quali sapendo l’infelice caso de la sfortunata Elena dissero che, devendosi quel medesimo di mar itare, era stata la matina trovata ne la sua camera morta e che senza dubio alora le devevano dar ~sepoltura. A cosi doloroso e pieno di pieta annonzio non ci fu :persona che non si movesse a co mpassione de la povera giovane. Ma Gerardo sovra tutti non solamente senti colmarsi di pieta, ma tanto n’ebbe dolore e tanto si senti trafitto che gran miracolo fu come puoté contener le lagrime e con pietosi gridi non palesar l’ interna doglia che miseramente lo struggeva; tuttavia tanto ebbe di forza che stette saldo. E quanto piu tosto puoté disbrigatosi dai su oi de la g a lera e da quelli che in contra per onorario gli erano andati, che a Vinegia tornarono, egli si deliberò a modo nessuno vol er sovravivere a la sua amata Elena. Portava egli fermissima ope nio.ne che la infelice giovane si fosse avvelenata per non sposar colui che il padre per marito voleva darle. 1VIa prima che egli