Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/473

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NOVELLA XLIV non fosse oso parlarle piu mai. Ma il pover’uomo, che troppo era stimolato dal fuoco amoroso, ritornò pure un’altra volta a molestarla, piu strettamente che prima supplicandola che di lui volesse aver compassione. Ella altra modo sdegnata, di tanta temerita agramente e con minacciosa voce ripigliandolo, disse: Conte, io v’ho perdonata la prima, ed ancor che nol meritate, vi perdono questa seconda vostra sciocca e temeraria presunzione. Guardate non tornarci piu e non siate mai tanto ardito di parlarmi di simil sceleratezza, perché io vi farò far un scherzo che non vi piacera. Attendete a far l’ufficio che il signor mio consorte v’ha commesso e non incappate piu in tanto errore, per quanto la vita avete cara. Conobbe il conte l’animo pudico ed inespugnabile de la duchessa e giudicò che indarno s’affaticava. Dubitando poi che la duchessa non desse di questa sua pazzia avviso al duca, deliberò prender un tratto avantaggio e rovinar essa duchessa, e il suo fervente amore cangiò in un tratto in odio crudelissimo. E cadutogli in animo ciò che di far s’ imaginava, pensò vituperosamente poterla far morire; e in atti e in parole mostrandosi in tutto alieno da quel suo amore, attendeva· al governo come era ufficio suo. Prese poi piu de l’usato domestichezza familiare e quasi da compagno col nipote di cui vi parlai, e d’altro seco non ragionava che di cose amorose; e tra l’altre un giorno gli disse che non era piacer al mondo uguale al grandissimo diletto che sentiva un giovine che di bella e gran donna si trovasse innamorato, massimamente quando l’amore si trovava reciproco. Ed avendo adescato il giovine a questi ragionamenti, non dopo molto in segreto gli disse: - Nipote mio, a me come figliuolo mio proprio carissimo, metti ben mente a quanto ora ti dico, perché se sarai savio e attenderai a·i miei consegli, io ti prometto che tu averai il meglior tempo che uomo di questo paese. Il giovinetto, che teneva lo zio in luogo di padre, gli rispose che era presto ad ubidi rgli e far quanto egli degnasse di comandargli. Alora il ribaldo cont e gli disse: - Io mi sono accorto, figliuol mio carissimo , che la duchessa nostra ti vuoi un gran bene e t’ama fuor d’ogni misura. Io conosco chiaramente che