Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/474

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PARTE SECONDA ~ si va struggendo come cera al fuoco ed altro non desidera che trovarsi a le strette teco. Ma ella fa come tutte le donne general mente fanno , che ancora che hramino una cosa, vogliono per lo piu esser pregate ed hanno piacer grandissimo che gli uomini le ingannino, a ciò paia che con as t uzia o forza siano tirate a darsi in preda ai lor innamorati. E quando elle amano un giovine e a lungo andare conoscono che non sia avveduto e audace, se ne ·sdegnano e volgono il lo~ amore altrove. Io, nipote mio , ti pa r lo per isperi enza: perciò credi a me e fa’ quanto ti dico. Io vo’ che questa sera, quando tu vederai il commodo, che tu ti appiatti sotto il letto de la duchessa e quivi dimori sino a le sette ore de la notte; perché alora ella sara nel primo sonno sepolta e le sue donne dormiranno tutte. Alora ti leverai chetamente ed accostatoti al letto, le porrai la mano sul petto e pian piano le dirai chi tu sei. Io so ciò che ti dico e non ti parlo al vento. Ella, come ti conosca, ti fa-ra entrar seco nel letto e goderai a tuo piacere cosi nobil donna. Io per me mi terrei beato se fossi in luogo tuo. Credette il semplice giovine a lo zio , f orse pensando che quello per commessione de la duchessa gli parlasse. E chi sarebbe stato che ad uno zio carnale creduto non avess e, veggendolo parlare si assicuratamente? Fece adunque il giovinetto secondo il malvagio conseglio del ribaldo e traditore zio, e presa l’o po:tunita, si nascose sotto il letto. La duchessa la circa le cinque ore si corcò·. Il malvagio e disleale conte, come furono toccate le sei ore, non aspettando l’ ora che al nipote prefissa aveva, a dò che il tradimento non si discopri sse, presi alquanti de la guardia del castello e tre consiglieri, pe-rché ciascuno come a luogotenente , del loro signore gli ubidiva, e poteva entrare ed uscir di cast ell o ogni volta che voleva, se n’andò a la camera de la duchessa, senza manifestar a nesssuno ciò ’che far intendesse. E picchiato fortemente a l’uscio che aperto fu, entrò dentro con molti lumi e con quelli de la guardia a-rmati. Aveva egli uno stacco nudo in mano. Si meravigliò grandemente la sbigottita duchessa di questo atto e non sapeva che dirsi, quando lo sceleratissimo conte fece cavar di sotto il letto il proprio suo carnai nipote, e prima che il pov ero giovine potesse dir pur una parola, a ciò che