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accostò e gli domandò se era venuto· per di ff esa di madama la duchessa. Conobbe il cavaliera quella esser la fidata cameriera, ed umanamente le rispose che per la salute de la duchessa era venuto e che sperava in Dio quel di far conoscere la innocenzia di quella. Giulia; che altrimenti noi conobbe, come forsennata se ne ritornò a la citta, gridando che Dio aveva mandato un angelo in diffesa di madama. Il conte di Pancali.e_ri faceva il ritroso e non si voleva condurre ne Io steccato, se non sapeva chi fosse colui che si diceva esser campione de la duchessa. Tutta la citta era a romore, desiderando ciascuno la liberazione de la duchessa. Fu dai cons eglieri risposto al conte che gli statuti antichi del ducato erano che l’accusatore fosse tenuto combatter con ciascuno che per campione de l’accusato e reo si presentava, con quella sorte d’arme che il d ifensore porterebbe, e che anco la persona accusata sotto buona guardia a la presenza dei combattenti fosse condotta. Non aveva piu core il perfido conte che un vii coniglio, conoscendo manifestamente che combatteva il fals o ; nondimeno veggendo che combatter gli conveniva, fece buon animo e s’armò e a lo steccato si condusse, ove gia la tremante duchessa, accompagnata da molti, era .stata condutta. Quivi come vide il suo diffensore, s’ inginocchiò e divotamente, col core levato a · Dio, supplicava la divina pieta che al suo campione donasse la vittoria e non permettesse che la malizia e falsita vincesse l’ innocenzia. Presero adunque i dui çombattenti del campo e con le lancie in resta si vennero ad incontrare e le ruppero gagliardamente ; poi recatosi gli stacchi in mano, cominciarono a darsi di crudi colpi. Ma non istettero troppo a le mani, ché don Giovanni si pesante e duro colpo diede sul braccio destro al conte e gli fece ne la giunt ura de la mano si larga ferita, che il conte si lasciò cader in terra Io stacco. Il cavaliera tutto ad un tratto gli t irò ne la visi era de l’elmo una fiera stoccata, di modo che gli cavò un occhio . Il conte, per l’ambascia de la mano mezza tronca e per il dolo re del perduto occhio . spasimando, s’abbandonò, e tirato dal valoroso cavaliera, cascò in terra. S mo ntò subito don Giovanni e, levato l’elmo al conte, gli pres entò la punta de lo stacco a la gola e gli disse con rigido