Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/57

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IL BANDELLO al suo compare ANTONIO MARIA COLORNO-FANTINO Eccovi, campar mio carissimo, che la fortuna m’ ha dato comodita di potervi donar una de le mie novelle e farvi intender cosa che pur vi fara ridere, essendo voi cosi cordial amico di quei religiosi che santamente vivono e: nemico di quelli che si danno a le lascivie e piaceri. Eravamo a Pinaruolo in quei di ch e il signor Cesare Fregoso era luogotenente generale in Italia del re cristianissimo, nei quali un soldato del signor Malatesta d’Arimini, trovando un povero prete che si giaceva con una donna, a quello tagliò via con i testimoni il membro e per téma de la giustizia se ne fuggi. E ragionandosi diversamente tra i soldati di questo fatto secondo che l’openioni degli uomini sono diverse, vi si trovò Barrahan sergente maggior del campo, il quale sorridendo disse : - Non vi meravigliate di ciò che ha fatto Colla da Bretinoro contra il sere, perché la gelosia è una mala bestia e fa far di questi e di maggiori errori, cosi acceca ella i cervelli agli uomini come a loro s’appiglia. Ma se a me toccasse a dar il castigo, mi pare che la pena si deveria dar a la donna, che voleva tener i piedi in una scarpa e d’una figliuola far dui generi. A casa mia si dice : « Castiga la cagna, se non vuoi che consenta al cane». Ma sia come si voglia: io mai non studiai, né 1son dottore che sappia decidere le questioni. Ben, se non vi spiace, vi narrerò un caso avvenuto ad un prete di Bergamasca, al quale stette molto bene ciò che fatto fu, poi che egli, due e tre volte essendosi di giorno empito i fianchi, vi volle anco ritornar la notte. Pregato dai compagni che dicesse ciò che voleva, narrò la novella che io ora vi mando, parendomi