Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/76

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PARTE SECONDA l’adultero? Perdonando a lo adultero, conviene che l’adulterio r-esti senza il deb!to castigo e che piaccia; e se l’adulterio a me piacesse, chi dubitarebbe che l’adultero insiememente non mi fosse caro? Se adunque l’adulterio mi fosse grato, come saorei io quella Lucrezia gia da tutta Roma tanto onesta riputata? Perciò lasciate che io punisca il commesso fallo, a ciò che tutti chiaramente veggiano che io non la morte che il crudel tiranno minacciava darmi ho temuto, ma ebbi paura de la infamia che egli diceva di farmi, mettendomi nel letto a lato un morto servo. Quello che io con altrui testimonio provar non posso e che non conviene che con le mie sole parole testifichi, col mio sangue fa-rò certo, ed apertamente dimostrerò non qual si sia morte essermi stata di spavento cagione, ma solo aver temuto la privaziorre de l’ onor·e, cui senza né donna né uomo deverebbe restar in vita, perciò che perduto che è l’onore, nulla di buono a la persona resta. Vanne ornai, animo mio incorrotto ed immaculato, e innanzi al tribunale di Minos e Radamanto a l’ innocenzia tua e al mio buon proposito rendi il debito e v-ero testimonio, ché ío di qua fa-rò quanto a me appartiene. Innanzi a quei tremendi e giusti giudici tu, animo mio, Sesto Tarquinio de la mia pudicizia truculentissimo violatore animosamente accuserai. E voi che qui ho fatti adunare, se nei petti vostri regna punto di spirito romano, tanta sceleraggine non lasciate impunita, e sperate. che i dèi immortali la vostra giusta querela contra i superbissimi e sceleratissimi tiranni favoriranno. Dette queste parole, con un tagliente ed acutissimo coltello, che sotto la veste celato aveva, il cast o petto ella sotto la sinistra mamma si percosse ed il core feri, e sovra la piaga, cadendo ai piedi de li suoi, subito passò a l’ altra vita . Il padre ed il marito di lei cominciarono amaramente a piangere. Bruto alora -pigliato in mano il sanguinolent e coltello - Per questo - disse - innanzi e da poi la ta:rquiniana ingiuria e :re gal violenza castissimo sangue, io giuro e tutti voi , dèi , testimoni a questo chiam o, che da me Luzi o Tarquinia con la sC’elerata moglie e con i superbi e disonesti fi gliuoli saranno, p er quanto io potrò, di Roma cacciati, e ovunque anderanno , con ferro, fuoco e sangue crudelmente ed